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domenica 19 maggio 2024

"Alphonse Mucha. La seduzione dell'Art Nouveau" al Museo degli Innocenti di Firenze

26-10-2023
"L'arte di oggi si porta dietro quello che è stato" ricorda Francesca Villanti, co-curatrice insieme a Tomoko Sato della nuova mostra "Alphonse Mucha. La seduzione dell'Art Nouveau" al Museo degli Innocenti di Firenze, in Piazza della SS. Annunziata 13. Legame speciale quello che lega l'artista alla Città, infatti, in occasione della presentazione dell'esposizione di oltre 170 opere, il pronipote Marcus Mucha racconta di come nel "1880, quando ancora non era famoso, viaggio in Italia e arrivò a Firenze. Da Firenze scrisse una lettera alla famiglia in Moravia nella quale descriveva la sua felicità e l'eccitazione di essere nella città che ospitava il Duomo del Brunelleschi".

Alphonse Mucha, padre dell'Art Nouveau, sosteneva di come in realtà l'arte non è mai nuova ma anzi è un substrato di eventi e si porta dietro quello che è stato, ed è proprio questo quello che Villanti vuole comunicare ai giovani, infatti ha dichiarato: "Tutto quello che noi abbiamo oggi, cioè la percezione di oggi, deriva dal passato e da quello che è stato per cui dobbiamo sempre farne grande tesoro". La curatrice inoltre sottolinea che bisogna: "fare grande tesoro di quello che vediamo tutti i giorni, infatti è proprio la natura a ispirare Mucha, sono gli elementi naturali e animali, perché tutto quello che lo circonda fa parte di quello che lo interessa e che in qualche modo attraverso un linguaggio nuovo riesce a trasmetterlo". Dallo studio delle opere esposte in questa mostra ne possono trarre beneficio in molti, ma soprattutto i ragazzi che si vogliono affacciare nel mondo del graphic design e della pubblicità, difatti Mucha è un artista poliedrico diventato famoso anche per le sue illustrazioni a fini promozionali, di opere teatrali ma anche di prodotti commerciali. Un'arte pubblica perchè come afferma l'artista: "Preferisco essere qualcuno che crea immagini per le persone, piuttosto che qualcuno che fa arte fine a sè stessa". Il segreto del suo successo forse è anche questo, il fatto che le sue opere, in quanto spesso manifesti pubblicitari, sono fruibili da molti.

Doveroso è infatti ricordare come sia diventato famoso nel 1894, anno in cui illustra in un poster pubblicitario per il dramma "Gismonda" Sarah Bernhardt, la "Chiara Ferragni dell'epoca" come la definisce scherzosamente Iole Siena, la presidente di Arthemisia, azienda che si è occupata dell'allestimento. Bernhardt era un'attrice parigina famosissima che ha portato in scena a teatro tantissime opere rimaste nella storia, ma fu molto di più di una teatrante, lei è stata la prima vera "star" nota a livello internazionale, una vera e propria diva.

Alphonse Mucha nasce a Ivancice, nella Repubblica Ceca, nel 1860. Fervente patriota e sostenitore della libertà politica dei popoli slavi, si dedica all’arte e nel 1887 si trasferisce a Parigi dove affina le sue arti e incontra la donna che cambierà per sempre la sua vita, Sarah Bernhardt, l’attrice più bella e famosa dell’epoca, che affida a Mucha la sua immagine rendendolo popolarissimo. Nasce il mito delle “donne di Mucha”, e le aziende se lo contendono per reclamizzare i propri prodotti, dando vita alle intramontabili campagne pubblicitarie come quella del cioccolato Nestlé, dello champagne Moët & Chandon, e ancora delle sigarette, della birra, dei biscotti e dei profumi. Mucha però non dimentica l’impegno patriottico e sociale. Nel 1910 torna a Praga e si dedica per quasi venti anni a quello che è considerato il suo più grande capolavoro, l’Epopea slava, opera colossale composta da venti enormi tele in cui racconta i principali avvenimenti della storia slava. Mucha morirà a Praga nel 1939. L'Art Nouveau, di cui Mucha ne è considerato il padre, fu un movimento artistico e filosofico che si sviluppò tra la fine dell'800 e il primo decennio del 1900 e che influenzò le arti figurative, l'architettura e le arti applicate, ebbe massima diffusione durante l'ultimo periodo della cosiddetta Belle Époque.

É possibile visitare la mostra fino al 7 aprile 2024.

Per maggiori informazioni: www.museodeglinnocenti.it 

Manuel Fusca