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mercoledì 24 aprile 2024

Mario Monti a Firenze per il convegno del Ppe

06-09-2012

Il futuro dell’Europa, le ripercussioni della crisi economica, il ruolo della famiglia ma anche quello dei cattolici nel Vecchio Continente: sono questi i temi trattati dal Presidente del Consiglio Mario Monti nella Riunione dell’Ufficio di Presidenza del Partito Popolare Europeo (Ppe) all’Istituto Europeo di Fiesole. Il 6 ed il 7 settembre, Firenze diventa il centro della politica europea. Oltre al Primo Ministro italiano, il capoluogo toscano vedrà presenti, tra gli altri, anche il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, il Presidente del gruppo PPE Joseph Daul e il Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso. “L'euro è il 'pinnacolo' della costruzione europea ma può diventare un fattore di disgregazione tra i popoli – ha dichiarato il Capo del Governo - Questo sarebbe ancora più grave delle conseguenze materiali della crisi. Se non alziamo il livello di guardia questa cosa avverrà. Non so se il mondo politico europeo e i capi di Stato siano sufficientemente consapevoli di questo pericolo. L'integrazione incontra difficoltà in questo momento e non potrà procedere senza un flusso di idee nuove, critiche e adeguate al momento”. Inoltre il Presidente del Consiglio ha svelato che “abbiamo un Parlamento che ribolle di sentimenti, non voglio dire contro un singolo Paese o un singolo governante, ma potete immaginare”, senza mai fare il nome della Germania e della Cancelliera Angela Merkel . Il Premier ha voluto chiarire anche l’attuale situazione finanziaria dell’Italia: "L'Italia in questo momento non ha un debito neanche di un euro nei confronti dei fondi di stabilità, ed è il terzo Paese contributore ai fondi di salvataggio allestiti per il caso greco, ma viene percepito da alcuni come un debitore e c'è sorpresa, anzi quasi delusione, quando all'estero spiego che non è così". Per quanto riguarda invece i suoi rapporti con il Ppe, Monti ha ricordato di quando fu Commissario Eu nel 1994: “Fui designato da Berlusconi. Nella Commissione Europea ebbi una particolare dimestichezza con il gruppo del Ppe. Mi fu anche chiesto se Forza Italia potesse entrare nel Ppe, e io dissi che era coerente con il partito popolare europeo, e l'ammissione avvenne. Attualmente - ha aggiunto Monti - presiedo un governo appoggiato da una maggioranza molto ampia, in cui due gruppi parlamentari distinti in Parlamento italiano afferiscono al Ppe e in cui vi sono altri gruppi che afferiscono a altre famiglie politiche europee. Ma cosa, intellettualmente, mi lega al Ppe sul piano di ideali e visione mondo, anche se non sono un vostro membro? Si tratta dell'aspetto che posi al centro della mia audizione per la carica di Commissario nel gennaio '95 e nella mia non facilissima carica di presidente del Consiglio oggi”.

Stefano Niccoli