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giovedì 28 marzo 2024

Spettacolo Fiorentina con la Sampdoria

29-04-2013

Che la Fiorentina dell’anno scorso non esistesse più, ce n’eravamo accorti da molto tempo. Ma il 3-0 di Genova con la Sampdoria ne ha dato un’ulteriore dimostrazione. Una prova di forza. Come quelle contro il Milan, il Palermo, l’Inter al Franchi e la Lazio. Certo, i blucerchiati non hanno fatto praticamente niente per rendere la vita difficile alla viola. Nessuna azione degna nota, nessun tiro in porta in grado di impensierire Viviano. Attenzione: la zona calda, caldissima della classifica dista appena sei lunghezze.
“Ne è valsa la pena”, diceva Carlo Verdone nel film “Manuale d’amore 2”. E ne è valsa la pena per i tifosi gigliati svegliarsi presto la domenica mattina, farsi due ore di macchina, mangiarsi di fretta un panino, guardarsi la partita e tornare a casa solo verso l’ora di cena. Sì, perché la Fiorentina merita di essere seguita, specialmente in questo finale di campionato, dove in ballo c’è una qualificazione ai play off di Champions League. Un traguardo impensabile, un sogno, fino a qualche mese fa, ma che potrebbe diventare realtà tra poche settimane. Oltre al prestigio della massima competizione europea, sul piatto della bilancia ci sono anche 25-30 milioni. Un tesoretto che permetterebbe di aumentare la qualità di un gruppo già forte.
I “Montella boys” divertono e si divertono. Sanno di avere i mezzi per conquistare un risultato importante che li farebbe entrare di diritto nella storia del club. Se alla fine sarà Europa League, pace. Non sarebbe un dramma, anzi l’inizio, si spera, di un nuovo ciclo vincente. Riportare la gente allo stadio è stata la vittoria più bella della società. La Fiorentina è Firenze, Firenze è la Fiorentina. Un’equazione spontanea adesso, non con Mihajlovic e Delio Rossi.
A proposito, c’era proprio lui, il tecnico di Rimini ieri a Marassi. Rivederlo fa venire alla mente la scazzottata del 2 maggio 2012 con Ljajic. Un tuffo al cuore, un brutto episodio che gli costò il licenziamento. Fa quasi sorridere a ripensarci. Da allora è cambiato tutto, a partire dal serbo, decisivo come non mai. E’ lui l’uomo del momento, il punto di riferimento per  i compagni. Dopo tre stagioni di alti e bassi, il brutto anatroccolo sembra essersi trasformato in cigno, trovando la continuità che gli mancava. Nelle prestazioni e nei gol. Ottava marcatura quella messa a segno ieri. Condita dall’assist, nella ripresa, per il tris di Aquilani. Fotocopia della rete siglata al Genoa il 17 marzo.
Quattro partite al termine, 360 minuti da vivere e godere. Con fiducia e spensieratezza.
Sabato arriva la Roma. Sarà una bolgia. The show must go on.

Stefano Niccoli