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martedì 16 aprile 2024

Manuel Pasqual, ecco il rinnovo del contratto

22-10-2013

La notizia era nell’aria già da parecchio tempo, adesso è ufficiale: Manuel Pasqual ha rinnovato il suo contratto con la Fiorentina fino al 2015 con opzione per il 2016. Il terzino sinistro l’ha comunicato ai giornalisti con una conferenza stampa all’interno dello stadio Artemio Franchi.
Giusto riconoscimento per tutto l’impegno che il capitano ha mostrato in queste otto lunghe stagioni. Nonostante la sua origine veneta – è nato a San Donà di Piave -, è ormai un simbolo della fiorentinità, uno dei pupilli dei tifosi gigliati.
A Firenze, Manuel ha vissuto anni altalenanti, al pari della squadra. Con Prandelli si è rivelato uno dei migliori calciatori della Serie A, conquistando tre quarti posti (2005-06, poi revocato per lo scandalo Calciopoli, 2007-08 e 2008-09) e un sesto posto (2006-07). Ma con l’avvicendamento del tecnico di Orzinuovi e gli arrivi di Sinisa Mihajilovic e Delio Rossi, il numero 23, e con lui il resto dei compagni e la dirigenza, sembra entrare in un vortice senza fine. Nona posizione in classifica nel 2010-11, addirittura tredicesima nel 2011-12, con la salvezza agguantata solo alla penultima giornata di campionato grazie all’1-0 di Lecce firmato Alessio Cerci. Poi il rinascimento con il nuovo tecnico Vincenzo Montella, bravo a ridare gioco, identità e morale ad una formazione fino a quel momento priva di autostima e personalità.
Prolungamento del contratto due giorni dopo l’impresa con la Juventus. Miglior regalo non poteva esserci. A tinte viola fino al 2015, con l’obiettivo di alzare almeno un trofeo prima di appendere le scarpe al chiodo. A maggio si giocherà la finale di Europa League allo Juventus Stadium di Torino. A buon intenditor…

"Voglio ringraziare la proprietà che ha creduto in me anche nei momenti difficili, ringrazio il presidente Cognigni e la parte tecnica – ha detto Pasqual -. Ho sentito sempre la loro fiducia. E’ merito anche dello spogliatoio se posso continuare a vestire una maglia così importante come quella della Fiorentina. E’ una scelta di vita. Il contratto è di un anno più l’opzione per il secondo. In più ci sono dei bonus legati alle presenze. Abbiamo iniziato a parlare del rinnovo verso aprile-maggio. Per i giocatori importanti ci vuole tempo per questo cose, i dirigenti evidentemente mi hanno reputato un giocatore importante. Ero partito con l’idea di firmare un contratto di due anni, ma il Cda aveva deliberato che per gli ultratrentenni venisse rinnovato solo per un anno. Così siamo arrivati a un compromesso. Firmare per un anno o due non faceva differenze. Terminerò la mia carriera a Firenze. Si spera sempre che al primo incontro si metta nero su bianco, ma non è sempre così. Ho preferito aspettare che venissero risolte altre questione.
Un momento che ricordo? Deve ancora arrivare il momento da fotografare. Spero di alzare un trofeo prima di smettere. Un altro passaggio fondamentale è quando non giocavo mai, ma nonostante tutto la proprietà ha continuato a credere in me.
Vorrei che i giocatori più giovani guardassero i vecchi per vedere come si allenano e gestiscono la vita privata. Jorgensen e Dainelli mi hanno insegnato tanto in passato.
Ho rivisto Prandelli a Torino a settembre, ci siamo scambiate delle battute, ho voluto sapere se per me c’erano delle porte aperte per il Mondiale del prossimo anno.
Alzare l’Europa League a Torino sarebbe una doppia ciliegina sulla torta. Andare in Brasile è un successo personale, ma anche di squadra. Sono traguardi possibili che cercherò di raggiungere il prima possibile.
I festeggiamenti di domenica? Sono usciti delle foto sui social network. Macià stava per stappare una bottiglia di champagne, ma gli ho chiesto se potevo farlo io per cancellare lo 0-5 di due anni fa
(17 marzo 2012, ndr). Sappiamo che la partita con la Juve verrà ricordata per molto tempo, ma dobbiamo pensare subito al Pandurii. Vincere significherebbe archiviare la qualificazione. Poi domenica il Chievo che ci ha sempre messo in difficoltà, Napoli e Milan.
E’ difficile ripercorrere i miei errori. Alcuni sono felici di averli commessi. Posso andare a testa alta in questa città perché ho sempre dato tutto in campo e mi sono sempre comportato bene fuori.
In questi due anni la squadra ha dimostrato di essere maturata.
Vicecapitani futuri? Ce ne potrebbero essere molti, come Pizarro, Borja Valero e Gonzalo. Il mister ha un grosso problema. Ma è un problema positivo
".

di Stefano Niccoli