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martedì 16 aprile 2024

Juventus Stadium tabù, la Fiorentina perde tre a uno

14-12-2015

Doveva essere la prova del nove, la trasferta in casa della Juventus, per verificare le reali ambizioni scudetto della Fiorentina, ma l'esame dice "rimandati": bianconeri battono viola 3-1, gigliati secondi insieme al Napoli ma ora a quattro punti dalla vetta, con i campioni in carica tornati minacciosi a due sole lunghezze di ritardo.

La partita dello Stadium è il big match della sedicesima giornata, e può dire già diverse cose. Da un lato ci sono i ragazzi di Sousa, che contro le candidate allo scudetto hanno raccolto una vittoria (Inter) e due sconfitte (Roma, Napoli), con la volontà di rendere credibile la propria candidatura al titolo; dall'altro la Juve, data per finita a fine ottobre e pronta a tornare in alto a Natale.
Nonostante orario, 20:45 di domenica sera, e prezzo, 45 euro il solo biglietto del settore ospiti, ancora una volta i supporters fiorentini sono encomiabili: circa 2.000 presenze e "curvino" caldissimo. Juve super aggressiva al fischio d'inizio ma dopo novanta secondi arriva il colpo di scena: Bernardeschi riesce a inserirsi in area, Chiellini lo abbatte e l'arbitro fischia rigore, come contro l'Inter: e come a Milano Ilicic non perdona, saetta sotto l'incrocio e uno a zero. Da inizio stagione i viola hanno abituato a una partenza al fulmicotone, ma la Juventus è squadra troppo esperta per perdersi d'animo, e al quinto minuto ha già rimesso le cose a posto: cross dalla sinistra di Evra, l'ex Cuadrado è in area viola e di testa inventa una palombella imparabile, il tiro è lento e beffardo, uno a uno.
Da quando il colombiano e Dybala hanno conquistato il posto da titolare i bianconeri hanno ripreso a correre, e proprio Dybala mette i brividi ai viola con uno slalom a velocità doppia, ma spreca tirando addosso a Tatarusanu. La retrogaurdia gigliata prende le misure agli avanti avversari, i rischi arrivano sempre dagli scatti di Dybala e Cuadrado, mentre è una costante la corsa senza soste di Bernardeschi, onnipresente e valido ad attaccare e a difendere. Kalinic in avanti è "murato" e nessuno è in grado di servirlo a modo, se non altro pure lo juventino Mandzukic ha i suoi problemi contro Gonzalo e Astori. Il tempo si chiude con un tentativo del locale Bonucci da fuori area, palla fuori.

La ripresa, che non vede cambi, per diversi minuti vive di scontri a centrocampo; la Fiorentina non corre grossi pericoli, ma di fatto non riesce a tirare mai verso la porta di Buffon. I rispettivi uomini di fascia sembrano stanchi, specie i "sinistri" Evra e Marcos Alonso: lo spagnolo commette diversi sbagli, ma Sousa per il momento non fa entrare Pasqual. Col passare dei minuti il timore prende possesso dei viola, che anziché affondare il colpo contro un avversario in debito di ossigeno decidono di gestire il pallone a metà campo nella speranza di arrivare incolumi al novantesimo. La Juve, che deve vincere per non perdere di vista l'Inter, ringrazia e riprende a pressare a tutto campo, e al settantanovesimo passa in vantaggio: veloce ripartenza dalla propria trequarti, palla smarcante di Pogba per Dybala, Tata respinge con un 'uscita maldestra sui piedi di Mandzukic, che insacca. Il goal abbatte i gigliati, poco dopo Tata si riscatta con una prodezza su colpo di testa di Sturaro. Con colpevole ritardo Sousa effettua tutti i cambi a cinque minuti dal termine, inserendo Rossi, Pasqual e Mati, ma è la Juve che continua ad attaccare, e all'ultimo minuto Astori si fa bruciare sullo scatto consentendo a Dybala di superare Tatarusanu.

La Fiorentina esce dunque sconfitta dallo Stadium, un vero campo tabù, dato che da 2011, anno di inaugurazione, i viola hanno sempre perso in questo impianto. La delusione è palpabile, perché nella gara più attesa niente è andato come doveva, e per quanto gratificante possa essere nascondere per diversi minuti il pallone a gente come Pogba e Marchisio, fa un po' male vedere i suddetti correre e legnare di brutto fino all'ultimo secondo come normali gregari, cosa che la Fiorentina non ha fatto. Anche sul piano tattico Allegri ha azzeccato tutte le mosse, mentre Sousa non ha avuto il coraggio di inserire elementi offensivi quando, con la Juve a rifiatare, era necessario affiancare qualcuno a Kalinic.
Lo scudetto probabilmente è obiettivo troppo ambizioso, ma questa Fiorentina ha tutte le carte per raggiungere la zona Champions, un traguardo prestigioso; per non sprecare l'ottima stagione sin qui disputata è necessario ora vincere l'ultima in casa contro il Chievo e, da gennaio, fare tre-quattro acquisti di valore, impresa tutt'altro che impossibile con i mezzi che la società ha a disposizione.

Leonardo Signoria