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venerdì 29 marzo 2024

"Butterfly", il film di Cassigoli e Kauffman al Cinema Spazio Uno di Firenze

08-04-2019
Lunedì 8 aprile 2019 alle ore 16.00 e alle ore 21.30 (spettacolo in cui saranno presenti i registi), si terrà la proiezione del film "Butterfly" di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman al Cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10).

"Mi sono tuffata nel loro dolore per superare il mio. La pressione dei media mi aveva destabilizzato - spiega Irma Testa - Non mi aspettavo quel boom, era tutto molto pesante, ci speravo e ci credevo, ma è andata male; il mio errore, dovuto forse alla giovanissima età, è stato credere di essere invincibile, forse avrei potuto fare qualcosa di più. Quello che non mi è pesato invece è stata la presenza dei due registi: mi ha aiutato sin dal momento in cui ho capito che sarebbero rimasti con me anche dopo la sconfitta".

Irma Testa, cresciuta in uno dei paesi più difficili intorno a Napoli, si distingue per il su grande talento nella boxe, il quale, a soli diciotto anni, diventa la porta ad essere la prima pugile italiana a prendere parte all'Olimpiade. Per arrivare a salire sul ring di Rio 2016 la ragazza ha dovuto rinunciare alla spensieratezza adolescenziale, alla quotidianità a casa dalla sua famiglia, alle amicizie a Torre Annunziata, paese in cui è nata. Questi sacrifici le cominciano a sembrare tutti vani quando viene eliminata ai quarti di finale del torneo e si ritrova a ripensare alle scelte che l'hanno portata a far coincidere la boxe con il senso della sua esistenza. La pressione che le è stata messa addosso sembra opprimerla ma la riconquista della tranquillità le farà vedere le cose più chiaramente

Un film che fa riflettere su come il cinema del reale sia diventato uno dei generi più interessanti dell'ultimo panorama cinematografico: è un racconto che sfida le regole classiche del documentario. Cassigoli e Kauffman fanno della discrezione la loro cifra stilistica: se in un primo momento avevano seguito Irma, quasi pedinandola, nel tempo del ko fanno un passo indietro e il documentario diventa quindi narrazione, racconto scritto dove il dolore viene confessato, rivelato, urlato. I toni si fanno più intimi e malinconici, mentre la dimensione psicologica prende il sopravvento. Ad essere raccontato è il suo rapporto con la famiglia, con le proprie origini, con il rammarico di un'adolescenza rubata, con il maestro che ne ha seguito i primi passi, le vittorie e le sconfitte, l'uomo che stoicamente continua a fare della boxe uno spazio di resilienza in un territorio controverso. Oggi la ragazza che non voleva fare la ballerina ma tirare al sacco, dice di aver trovato la sua strada e la prossima tappa sarà Tokyo 2021 perché nonostante i dubbi "tutto mi riporta sempre sul ring, in quello spazio ristretto che mi toglie il fiato ma che è ancora la mia felicità". "Butterfly" commuove e scaraventa il pubblico dentro la fragilità, le insicurezze e il dramma interiore della protagonista, è la metafora di quanto a volte sia necessario perdersi, cedere e abbandonarsi agli angoli di un ring sfiancati dalla sofferenza, solo per imparare a rialzarsi. In un immaginario dominato dalla figura del vincente a tutti i costi, "Butterfly" adotta il tempo della riflessione su se stessi dopo essere andati a tappeto. È in quel momento che Irma accetta di mettere in discussione tutto, persino la boxe, e decide di tornare a Torre Annunziata dalla sua famiglia: una madre che ha dovuto farle anche da padre e un fratello appena tredicenne, che vuole ritirarsi da scuola per lavorare in una pescheria. La parabola sportiva di Irma Testa è destinata a rimanere iconica e questo documentario ne è la cronaca più intima e vera: non solo storia di riscatto, ma ritratto adolescenziale e ricomposizione del dolore dopo la sconfitta. Non possiamo chiudere la recensione di "Butterfly" senza ribadire la straordinaria portata innovativa di un racconto che per ottanta minuti impone una precisa cifra stilistica, in bilico tra reale e finzione.

Ingresso € 5,00

Per maggiori informazioni: www.cinemaspaziouno.it

JB