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mercoledì 24 aprile 2024

Il Festival dei Popoli al Forte Belvedere

19-07-2005
Continua con il Festival dei Popoli la rassegna cinematografica organizzata al Forte Belvedere da Firenze Cinema, Associazione di cultura cinematografica. Mercoledì 20 luglio, dalle ore 21.45, verranno proiettati documentari italiani degli anni '60, perle rare e introvabili dell'archivio del Festival dei Popoli. E' stata fatta un'attenta selezione dell’archivio del Festival che ha cercato di rappresentare, attraverso questi documentari, uno spaccato triste e drammatico, fatto di sacrifici ma anche di passione, dell’Italia degli anni '60: dai contadini della Lucania che abbandonano la propria casa a causa delle frane al cortometraggio sul comportamento di un clan di giovani beatnik, dalle "marane", punto di ritrovo e di gioco per i bambini della periferia, alla descrizione del "quarticciolo", periferia di Roma.  La serata, che si terrà nella fantastica cornice del Forte Belvedere, è il nono appuntamento  della rassegna "Bel Vedere al Forte". La proiezione è gratuita, si paga 1 euro con cui si potrà visitare la mostra di Folon in notturna.

Dieci pellicole conservate presso l'Archivio del Festival dei Popoli

Frana in Lucania
di Luigi Di Gianni (Italia, colore, 1959, 12’)
Vita difficile in un paese della Lucania, dove le case, segnate da crepe profonde a causa del maltempo, rappresentano una continua minaccia per la vita degli abitanti. Una famiglia di contadini estremamente indigente deve abbandonare la propria casa per l’incubo delle frane.

La gita
di Lino Del Fra (Italia, colore, 1960, 13’)
Il film analizza il comportamento di un clan di giovani beatnik. Il cortometraggio, interamente ambientato in una spiaggia d’inverno, è immerso in un’atmosfera surreale, decadente ed onirica, nel più puro stile anni sessanta.

La canta delle marane
di Cecilia Mangini (Italia, colore, 1961, 12’)
Le marane son un punto di ritrovo e di gioco per i ragazzini della periferia. Con i loro canneti, le loro rive sabbiose, rappresentano una attrazione per i piccoli dei quartieri periferici. Soggetto e commento di Pier Paolo Pasolini.

Via dell’Impero
di Fernando Cerchio (Italia, colore, 10’)
Nei secolo la zona dei fori intorno al Colosseo era diventata uno spazio forse unico al mondo per la sovrapposizione di stili architettonici; ma la Roma fascista calò il piccone sul quartiere per isolare le vestigia dell’antico Impero. Quella che veniva propagandata come un’opera di risanamento urbano si rivelò una mossa per allontanare gli abitanti, costretti a trasferirsi in baracche o squallidi acquartieramenti in periferia. 

La Taranta
di Gian Franco Mingozzi (Italia, b/n, 1961, 19’)
Girato durante un’esplorazione etnografica condotta nel Salento da Ernesto De Martino, il film tratta del tarantismo pugliese:  “il male del cattivo passato che torna” (S. Quasimodo). La cura del morso della taranta, che produce turbamenti sia fisici che dell’anima, viene effettuata mediante il simbolismo della musica, della danza e dei colori.

Il quarticciolo
di Libero Bizzarri (Italia, colore, 1962, 10’)
A venti anni di distanza, un giornalista torna al quarticciolo richiamato da un fatto di cronaca nera, per compiere un'inchiesta sul quartiere e per vedere quello che è mutato dalla fine della guerra, e ciò che è rimasto invariato nel tempo. L'indagine tocca vari aspetti della vita economica e sociale dei diversi gruppi e ceti che abitano questo quartiere degradato alla periferia di Roma.

Ragazze dell'avanspettacolo
di Luigi Di Gianni (Italia, colore, 1962, 14’)
Le ragazze dell'avanspettacolo provengono dai ceti più bassi e vengono reclutate con sistemi discutibili. Le prove vengono fatte nei luoghi più impensati, il lavoro è faticoso, i camerini del teatro sono freddi e spartani. Il pubblico partecipa rumorosamente alle esibizioni. Finita la serata le ragazze tornano alla vita “normale”: tra bimbi da sfamare e avidi protettori.
  
Stemmati di Calabria
di Mario Carbone (Italia, colore, 1963, 11’)
In Calabria, fino a metà del secolo scorso, dominava il latifondo e la terra era in mano ai nobili. Le rivolte dei contadini condussero alla scomparsa del latifondo, le terre furono espropriate e distribuite agli agricoltori. Ma la situazione negli anni sessanta era veramente migliorata?

Li mali mistieri
di Gian Franco Mingozzi (Italia, colore, 10’)
"Li mali mistieri" sono quelli che gli abitanti più poveri, in Sicilia, si inventano per sopravvivere. Indice ad un tempo dell'estro e dell'arte d'arrangiarsi di questa gente, ma anche di gravi ed insoluti problemi economici. Il testo del commento è di Ignazio Buttitta.

Piccola arena Casertelli
di Aglauco Casadio (Italia, colore, 1967, 9’)
Storia di una piccola arena ambulante: una delle poche ancora in attività. Il proprietario e la sua famiglia svolgono tutte le attività all'interno del circo. Il guadagno è magro, la vita randagia, ma nessuno pensa di abbandonare quella vita anche dopo che tre fratellini sono morti in un incendio.

Archivio del Festival dei Popoli
L'archivio del Festival dei Popoli è composto da oltre 9.000 film (pellicole 35 e 16mm, nastri Betacam, Umatic, VHS e DVD) corredati da materiale di approfondimento critico e documentazione fotografica; di un’emeroteca di riviste e cataloghi dei più importanti festival cinematografici internazionali e di una biblioteca di opere dedicate al documentario. Rappresenta un patrimonio unico in Italia per numero di film conservati, per qualità degli autori e per vastità dei temi trattati. L’attività dell’Archivio e il restauro e conservazione delle pellicole è resa possibile grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. L'intervento di conservazione dei film e riversaggio in formato digitale è stato effettuato da Movie & Sound Firenze.