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mercoledì 24 aprile 2024

''1848 – 1918 Storie d'Italia in 100 film'' all'Odeon Firenze

29-01-2011
Prosegue la rassegna "1848 – 1918 Storie d'Italia in 100 film", organizzata da Regione Toscana, Istituto Gramsci Toscano e Gruppo Toscano SNCCI, in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana Mediateca, con una mattinata di proiezioni e riflessioni sul tema del Risorgimento. Sabato 29 Gennaio, alle 10.30, a Odeon Firenze, si comincia con la proiezione de "Il Piccolo Garibaldino" (1909) e di uno dei primi film della storia del cinema: "La presa di Roma" di Filoteo Alberini. Originario di Orte ma fiorentino d'adozione, Alberini può essere considerato il “Lumière italiano” in quanto inventore del kinetografo, uno strumento di proiezione della pellicola, il cui brevetto, purtroppo, venne depositato pochi mesi dopo il che i Fratelli Lumière avevano depositato quello del più noto Cinématographe. Tuttavia Alberini, pur avendo perso il primato di inventore del cinema, non si scoraggiò e aprì la prima sala cinematografica italiana, in Piazza della Repubblica a Firenze (oggi sede di una nota libreria), fondò la prima Casa di produzione Cines, girò nel 1905 il primo film italiano a soggetto, La presa di Roma, sull'episodio risorgimentale, conosciuto come “la breccia di Porta Pia”, che segnò l'annessione di Roma al Regno d'Italia. Dopo la proiezione del film si terrà la Tavola rotonda sul Risorgimento, moderata dal Claudio Carabba, alla quale interverranno il Prof. Fabio Bertini, Giancarlo del Cataldo, magistrato e scrittore e Paolo Ermini, direttore del Corriere Fiorentino. Uno degli aspetti trattati nel corso della tavola rotonda sarà quello del “Risorgimento tradito”, come messo in evidenza oggi in un'intervista di Ranieri Polese a Giancarlo De Cataldo, apparsa sul Corriere Fiorentino. Una sorta di negazione dell'anima democratica e libertaria del nostro Risorgimento, offuscata dall' “uso di parte della storia – afferma De Cataldo - che obbedisce a determinati scopi politici e ignora la totalità degli avvenimenti e delle figure presenti, genera la retorica. Così, monarchici prima e fascisti poi, hanno espulso dal quadro i democratici radicali e in più hanno evitato di vedere le storture del processo di nascita e crescita del nuovo Regno. (...) Eppure c'è anche un'altra sponda, quella dei giovani che non esitano a buttarsi nella mischia per agli ideali di nazione e giustizia. C'è il Federalismo di Cattaneo e Correnti, così diverso da quello padano-celtico della Lega. C'è Pisacane che scrive che non ci può essere una nuova Italia senza una rivoluzione sociale”. Un tema, quello del “Risorgimento tradito”, affrontato anche al cinema da Mario Martone, nel suo ultimo film Noi Credevamo, di cui Giancarlo De Cataldo è sceneggiatore. Per informazioni: www.gramscitoscano.org