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giovedì 25 aprile 2024

''I cannibali'' e ''Sussurri e grida'' al CineCittà cineclub di Firenze

25-05-2011
Mercoledì 25 maggio 2011 al CineCittà cineclub di Firenze a partire dalle ore 21,00 per il ciclo: GLI “IRREGOLARI” DEL CINEMA ITALIANO la proiezione dell’imperdibile cult: I CANNIBALI (Id.) di Liliana Cavani del 1969 con Britt Ekland, Pierre Clémenti, Tomas Milian, Delia Boccardo, Marino Masé. In un imprecisato prossimo futuro, un regime liberticida tenta di prevenire ogni forma di contestazione vietando la sepoltura dei ribelli uccisi durante i violenti scontri a fuoco con le forze dell’ordine. I cadaveri dei rivoltosi, disseminati per le strade, devono costituire monito alla cittadinanza, istigando alla delazione e distogliendo i sovversivi da nuovi propositi insurrezionali. Ma la giovane Antigone (Britt Ekland) decisa, contro il parere della famiglia, a seppellire il fratello caduto durante una sommossa, trasgredisce il divieto e insieme ad un misterioso ragazzo straniero, Tiresia (Pierre Clémenti), dà nascostamente sepoltura anche ad altre salme. Scoperti e condannati come terroristi, i due sono condotti a morte, ma il loro generoso gesto convincerà schiere di giovani ad uscire dalle case per continuare l’opera in aperta sfida al potere. Stato, famiglia, ideologia possono essere messi in crisi soltanto attraverso un’azione che scaturisca con immediatezza da un credo interiore, lontano dalle speculazioni intellettualistiche e fuori perfino dai limiti della parola. Ispirato all’Antigone (441 a.C. ca) di Sofocle è il terzo film della Cavani, scandalosa per l’Italia perbenista di quegli anni, la sua filmografia non è un cinema qualunque, ma un cult oggi totalmente underground. A seguire alle ore 22,45 nuovo appuntamento con il ciclo: RETROSPETTIVA INGMAR BERGMAN 2 e proiezione del capolavoro: SUSSURRI E GRIDA (Viskningar och rop) con Harriet Andersson, Ingrid Thulin, Liv Ullmann, Kari Sywan, Erland Josephson. Assistita da due sorelle e una governante, Agnese muore di cancro in una villa alla periferia di Stoccolma. Sinfonia in rosso maggiore di un Bergman in gran forma espressiva, all’altezza del modello cui s’ispira: il teatro intimo di August Strindberg. Memorabile riflessione sul dolore e la pietà. Sussurro e grido invocano una cosa sola che non è la felicità, ma le assomiglia: la pace. “Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida ... ho sempre immaginato il rosso come l’interno dell’anima” (I. Bergman). Fotografia di altissimo livello di Sven Nykvist, abituale collaboratore del regista. Girato nel 1971. Per informazioni: www.cinecittacineclub.org