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venerdì 26 aprile 2024

''Maledetti vi amerò'' & ''Monica e il desiderio'' al CineCittà cineclub

01-06-2011
Mercoledì 1 giugno 2011 al CineCittà cineclub di Firenze (via Pisana, 576) a partire dalle ore 21,00 doppio appuntamento con il ciclo: Gli "Irregolari" del Cinema Italiano. Si comincia con la proiezione del film: "Maledetti vi amerò" pellicola d’esordio di Marco Tullio Giordana del 1980, con Flavio Bucci, Micaela Pignatelli, Anna Miserocchi, Alfredo Pea. Rientrato in Italia dopo cinque anni di assenza, Svitol comincia un viaggio attraverso la memoria collettiva di chi aveva vent’anni nel 1968. Ne uccide più la depressione che la repressione. Primo film di Giordana e primo film sulla generazione del ’68, è disperato ma con lampi di allegro sarcasmo, commosso ma a ciglio asciutto, amaro ma ironico. L’aria del tempo c’è. Bucci è da 10 e lode. Nella filmografia del regista si troveranno poi film impegnati, a metà tra fiction e documentario, strettamente legati alla realtà storica dei fatti, che sono l’espressione per immagini della cifra stilistica che contraddistingue la sua filmografia. Con la collaborazione degli sceneggiatori Rulli e Petraglia, creatori della maggior parte degli screenplay di Giordana, è riuscito a fare cinema indagando nei casi controversi della storia italiana. Alle ore 22,45 nuovo appuntamento con il ciclo: "Retrospettiva Ingmar Bergman 2" la proiezione del cult-movie: "Monica e il desiderio" (Sommaren med Monika) del 1952 con Harriet Andersson, Lars Ekborg, John Harryson, Georg Skarstedt, Dagmar Ebbesen. Due proletari, non ancora ventenni, di Stoccolma passano un'estate nell'isoletta di Orno. Monika rimane incinta. Si sposano, ma lei non è fatta per la vita di famiglia e lascia Harry solo con il figlioletto. L'inizio e la fine a Stoccolma sono deprimenti, all'insegna di un naturalismo tinto di nero, in linea con il romanzo di Anders Fogelström che l'ha sceneggiato con il regista. Conta la parte centrale sull'isola, fugace fase di transizione tra l'adolescenza e l'età adulta. Fece sensazione l'insolente sensualità della ventenne H. Andersson che nel finale tiene “il piano sequenza più triste della storia del cinema” (J.-L. Godard). Diventerà con 9 film, ex aequo con Liv Ullman, una delle attrici preferite di Bergman, dopo Bibi Andersson (11 film). Distribuito in Italia nel '61 e scoperto in Francia nel '58 durante una retrospettiva alla Cinémathèque di Parigi. Per informazioni: www.cinecittacineclub.org