Città di Firenze
Home > Webzine > ''Racconti d'Amore'' di Elisabetta Sgarbi al Cinema Astra 2
giovedì 18 aprile 2024

''Racconti d'Amore'' di Elisabetta Sgarbi al Cinema Astra 2

25-04-2014

Per festeggiare la Liberazione un importante evento speciale al Cinema Astra 2 (Piazza Beccaria, Firenze): da giovedì 24 a domenica 27 aprile la programmazione in esclusiva di "Racconti d'Amore", il film-evento di Elisabetta Sgarbi sulla Resistenza, con Laura Morante e Michela Cescon, e con le musiche di Franco Battiato - prodotto da Betty Wrong e distribuito da Istituto Luce Cinecittà.
"Racconti d'Amore" è un progetto nato per ricordare l’eccidio del castello di Ferrara, avvenuto il 15 novembre del ’43 e rievocato da Giorgio Bassani e Florestano Vancini nel film “La lunga notte del '43”. Rai Cinema ha chiesto a Elisabetta Sgarbi di realizzare un documentario; ma quel progetto ha preso poi ben altre strade, è cresciuto, dando vita addirittura a un dittico, ospitato nella sezione Cinemaxxi all'ultimo Festival di Roma. Il film riprende i luoghi, le atmosfere, il Po, gli echi letterari (in particolare Giorgio Bassani) e li mescola alle scelte musicali, affidate al talento evocativo di Franco Battiato, e che dà della Resistenza una visione poetica e antiretorica.

Direttore editoriale della Bompiani e animatrice di un originale festival di letteratura, musica, cinema e scienza come la Milanesiana, Elisabetta Sgarbi è autrice di decine di lavori audiovisivi a partire dal ’99, ma è la prima volta che sconfina nella narrazione vera e propria: «In ogni documentario c'era questa vocazione a creare una storia e via via mi prendeva la mano. In particolare nel recente “Il viaggio della signorina Vila” ho sentito l'esigenza di partire dal Carso per raccontare Trieste e poi quando Rai Cinema mi ha commissionato quel lavoro sulla Resistenza ho concepito anche un film di fiction alla mia maniera». In "Racconti d'Amore" – distribuito da Istituto Luce Cinecittà - quattro narrazioni si incrociano in un luogo che per Sgarbi è «il centro del mondo, poetico anche nella sua desolazione». Attraverso testi letterari scritti per l'occasione da Sergio Claudio Perroni, Fausta Garavini e Tony Laudadio, oltre al capolavoro di Giorgio Bassani (“Il giardino dei Finzi Contini”), quella pianura fluviale ci appare abitata da un senso di morte palpabile anche nel racconto degli amori.

Ed è proprio la rievocazione del romanzo di Bassani la parte più riuscita, con il fantasma di Micol che riemerge dalle nebbie ferraresi, tra alte mura di cinta e il cimitero ebraico, grazie a Elena Radonicich, mentre pagine del romanzo, già portato al cinema da Vittorio De Sica, vengono lette da Toni Servillo. L’attrice torinese, di recente vista nella fiction su Olivetti oltre che nel film di Alina Marazzi “Tutto mi parla di te”, si affida a una regia che definisce lei stessa “onirica”: «Non avevo testo, ero muta, quindi dovevo immergermi in una circostanza, un'emozione. Ma, essendo torinese, la nebbia mi è sorella, e sono affezionata ai Finzi Contini per ragioni personali».

Nel secondo episodio (da un testo di Fausta Garavini) un fuggiasco è portato in salvo da due staffette lungo il Delta (con Sabrina Colle, Rosalinda Celentano, Tony Laudadio e Anna Oliviero), nel quarto, scritto da Tony Laudadio, un pescatore di Pila coltiva l’illusione che la donna più bella del villaggio, sposata con un altro, stia per cedergli (con Tony Laudadio, Anna Oliviero e Maurizio Giberti). Laura Morante introduce invece il primo episodio, il più vicino alla fiction, nei panni di una figlia ormai adulta che passeggia sul delta e intanto ripensa alla storia d’amore e di morte dei suoi genitori, a cui danno poi vita Michela Cescon e Andrea Renzi, amanti nei giorni dell’occupazione, traditi da una ragazza del villaggio che preferisce salvare trenta tedeschi da un attentato a costo della vita di otto partigiani. Il testo, di Perroni, dà coraggiosamente conto delle ragioni di un tradimento: «Voglio far riflettere. Del resto bisogna sempre calarsi nella psicologia del personaggio e chiunque, quando gli viene rinfacciata una colpa, cerca giustificazione, come facciamo da bambini. Quella donna ha denunciato 8 partigiani per salvare 30 nazisti, e dal suo punto di vista è una spiegazione sostenibile». Per Michela Cescon, che aveva già incrociato lo scrittore per la “Leonilde” teatrale (il monologo sulla figura di Nilde Iotti scritto proprio da Perroni), questo autore «ha uno stile personale, anomalo, ma sento che mi appartiene. Le sue parole entrano nelle mie mani e mi arrivano fino alle unghie, così come i luoghi del Polesine mi sono rimasti dentro con la nebbia e i paesaggi lunari».

Per Informazioni: www.cinehall.it - www.elisabettasgarbi.it

TN