Città di Firenze
Home > Webzine > Cinema tra Filosofie e Religioni Orientali: ''Arpa Birmana'' e ''Piccolo Buddha'' alle Murate
venerdì 29 marzo 2024

Cinema tra Filosofie e Religioni Orientali: ''Arpa Birmana'' e ''Piccolo Buddha'' alle Murate

12-01-2015

Lunedì 12 Gennaio, la Cineteca del Caffè Letterario Le Murate di Firenze presenta, per la rassegna "Cinema tra Filosofie e Religioni Orientali", la proiezione del film "Arpa Birmana" di Kon Ichikawa, dal romanzo di Michio Takeyama, musica di Akira Ifukube, con Shoji Yasui (Giappone, 1956- 116') alle ore 18.00.
Mizushima rimane sconvolto dagli orrori della guerra in Birmania. Dopo aver assistito al massacro di alcuni fanatici che hanno rifiutato di arrendersi, s'imbatte in montagne di cadaveri, tutti di commilitoni morti inutilmente (la guerra ormai è perduta per il Giappone) e invece di seguire i compagni del battaglione in campo di concentramento, scappa, si fa bonzo e rimane in Birmania, prendendosi come scopo della vita le onoranze funebri di tutti i compagni caduti.
Il film di Ichikawa stempera le visioni degli orrori della guerra in una sorta di contemplazione assorta e ieratica. È forse il film più pacifista sul conflitto mondiale degli ultimi quarant'anni, venato di una tristezza infinita che accomuna cristianamente amici e nemici. 
 
Alle ore 21.30 invece, verrà proiettato "Piccolo Buddha" di Bernardo Bertolucci, musiche di Riuychi Sakamoto, con Keanu Reeves, Bridget Fonda, Jo Champa (Gran Bretagna- Francia, 1993- 165').
A Seattle vive un bambino, Jesse, che è la reincarnazione del Lama Dorje, importante figura buddista, morto otto anni prima. Un gruppo di monaci contatta il bambino, che ha genitori sensibili e intelligenti. Jesse si diverte come in una favola e dopo qualche tempo viene accompagnato dal padre in Nepal, dove conosce altri due "candidati alla reincarnazione": un bimbo e una bimba del luogo. Nel frattempo il Lama racconta a Jesse la storia di Siddharta, che molti secoli prima di Cristo fondò il buddismo.
Bertolucci fa sua una nuova filosofia e la estende al grande popolo del cinema. Positiva è la dialettica fra i rappresentanti dei due mondi: Dean, padre del bambino, architetto in carriera e Lisa, la madre più aperta ai dubbi. Alla fine c'è comprensione e compromesso ed è il discorso migliore del film: la tolleranza e l'equilibrio di due modi tanto diversi di intendere la vita e la morte.

Per informazioni: www.lemurate.it

A.S.