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venerdì 29 marzo 2024

''Il tradimento'' di Giulio Giorello & ''Uccidere il tiranno'' di John Milton

16-05-2012
Mercoledì 16 maggio 2012 alle ore 17.30 per la rassegna "Leggere per non dimenticare" saranno presentati i libril "Il tradimento" di Giulio Giorello e "Uccidere il tiranno" di John Milton. Sarà presente Giulio Giorello, introducono l'evento Alessandro Pagnini e Elena Pulcini. "Uccidere il tiranno" di John Milton (Raffaello Cortina, 2011). Natura del patto sociale, difesa del dissenso, controllo da parte di cittadine e cittadini del loro governo e del loro parlamento. Non c'è alcun "unto del Signore" e si ha sempre il diritto di resistere a qualsiasi forma di sovranità. A secoli di distanza la voce di Milton suona più forte che mai: le tirannidi ci saranno sempre, ma per il tiranno nessuna pietà. Quando, nel 1649, l'esecuzione di Carlo I d'Inghilterra apre la fase più drammatica della Guerra Civile, nel pugno di coraggiosi che difendono l'operato di Cromwell e degli altri "regicidi" spicca la parola infuocata del grande poeta: il popolo non deve rinunciare mai al proprio potere; al più, lo delega ai propri rappresentanti, ma può sempre riprenderselo se costoro "si comportano male". John Milton (1608-1674), scrittore e poeta inglese, è universalmente noto come autore del poema epico Paradiso perduto. Con questo scritto contro il potere assoluto, e con altri come l’Areopagitica, il poeta assunse anche il ruolo di campione della libertà. "Il tradimento" di Giulio Giorello (Longanesi, 2012). Peggio di Caino e Abele, due loschi fratelli della Toscana medievale si fronteggiano l’un l’altro, il pugnale nella destra. E riescono a uccidersi contemporaneamente. Questi due tragici spettri introducono Dante nel posto più sozzo dell’Inferno, ove i traditori sono collocati nel centro geometrico dell’Universo… Oggi è tornato di moda trattarsi reciprocamente come dei Giuda, pronti a vendere la famiglia o il partito per trenta denari. Eppure manca, in tutto questo caleidoscopio di accuse e insulti, la dimensione epica del tradimento, come sfida a Dio e agli uomini insieme, intreccio indissolubile di malafede e di orgoglio, di crudeltà e di invidia. E dire che può esserci persino un uso geniale, creativo e finanche «virtuoso» del tradimento: ce l’hanno insegnato tipi insospettabili come Machiavelli, Shakespeare o Leopardi, per non dire di Mozart e Da Ponte. Negli affari di cuore come in quelli della politica: ma perché tutto non ricada nel conformismo, occorre che traditi e traditori «abbiano fermo il cuor nel petto», cioè diano prova di quel coraggio che spazza via le ipocrisie dei moralisti d’ogni colore. Il coraggio che spingeva Bruto e Cassio – i due «arcitraditori» di Cesare – a proclamarsi «liberi e armati». Giulio Giorello, è ordinario di Filosofia della scienza all’ Università degli Studi di Milano. Collabora con il “Corriere della Sera”. Tra i suoi numerosi saggi ricordiamo Di nessuna chiesa (2005), La scienza tra le nuvole. Da Pippo Newton a Mr. Fantastic (con Pierluigi Gaspa, 2007), Libertà. Un manifesto per credenti e non credenti (con Dario Antiseri, 2008), Lo scimmione intelligente. Dio natura e libertà (con Edoardo Boncinelli, 2009), Senza Dio. Del buon uso dell’ateismo (2010), Se ti spiegassi la scienza (con Marco Alloni, 2011). Per informazioni: www.leggerepernondimenticare.it