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giovedì 25 aprile 2024

''Non c'è mai silenzio'', Elisabetta Salvatori al Teatro Puccini

08-01-2013
Martedì 8 gennaio va in scena in prima nazionale "Non c'è mai silenzio" di e con Elisabetta Salvatori al Teatro Puccini di Firenze, in via delle Cascine 41, alle ore 21.15. 
Dopo l'ormai celebre monologo “Scalpiccii sotto i platani”, sulla strage nazifascista di Sant'Anna di Stazzema, e dopo essersi misurata con le vite di grandi personaggi della storia e dell'arte come Ligabue, Dino Campana, Caterina da Siena e Beatrice di Pian degli Ontani, Elisabetta Salvatori torna a raccontare storie di impegno civile, riferendosi stavolta a una terribile vicenda del recentissimo passato: la strage della stazione di Viareggio. E' il 29 giugno 2009, e alla stazione di Viareggio passa velocissimo un treno merci, che deraglia: il gas GPL uscito da una cisterna esplode e infiamma la stazione e le vie circostanti, distruggendo intere esistenze, case, strade, e portandosi via le vite di 32 persone. Un disastro che ha cause precise e dei colpevoli, una strage su cui si aspetta ancora di fare giustizia. Elisabetta Salvatori racconta quelle strade, quelle esistenze, e una città ferita che ha saputo trasformare il dolore in forza, non sta ferma ad aspettare: si muove, si unisce ad altre realtà, denuncia, e non permette che questa vicenda sia dimenticata. 
L'ho chiamato "Non c'è mai silenzio"  pensando che le nostre giornate sono piene di voci e rumori, a tanti dei quali non facciamo neanche più caso. Ma se uno è legato a un ricordo, sentirlo lo rievoca. Il fischio di un treno, per tutta la città di Viareggio, a soli tre anni dalla strage, è una lama che ogni volta riapre il cuore, porta ricordi, e chiede giustizia. Raccontare questa storia è stato come entrare nella case di via Ponchielli, poco prima delle 23.50 del 29 giugno 2009. Conoscerli. Due ragazze che giocavano a carte sul letto,  cinque ragazzi  a tavola, con le birre davanti, due sposi sul divano, i bimbi a letto,un lavandino che gocciola e l'odore delle lavatrici stese. Ho cercato di raccontare la poesia che c'è nella vita di tutti i giorni, mi pareva che la tristezza non onorasse la memoria di quelle 32 vittime. Di loro racconto la vita, e dopo di loro la storia di un treno che correva troppo forte, che trasportava gas e che non era stato revisionato correttamente, e unisco la mia voce, a quella di tutta Viareggio, perchè anche il palco di un teatro serva a chiedere giustizia”.
Info: www.teatropuccini.it