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giovedì 18 aprile 2024

''L’anima e la memoria'' di Alberto Caramella a Palazzo Panciatichi

22-03-2013
Il volume antologico "L’anima e la memoria" di Alberto Caramella (1928-2007) curato da Paola Lucarini verrà presentato venerdì 22 marzo 2013, alle ore 17.30, a Palazzo Panciatichi (via Cavour, 4 - Firenze), sede del Consiglio regionale della Toscana, in un incontro a ingresso libero in cui, dopo il saluto del consigliere Enzo Brogi, e le relazioni del giornalista e poeta Michele Brancale, autore dell’introduzione del libro, e di Carmelo Mezzasalma, superiore della Comunità di San Leolino e docente di Letteratura poetica e drammatica, Paola Lucarini e Maria Giuseppina Caramella leggeranno alcuni versi della raccolta e il flautista Pier Luigi Mencarelli eseguirà brani musicali di Debussy, Masi e Bolling. Sarà presente l’editore Antonio Pagliai. «La vasta, variegata, produzione letteraria di Alberto Caramella – spiega Paola Lucarini - mi suggerì alcuni anni fa, in accordo con Maria Grazia Beverini Del Santo [ex presidente della Fondazione prematuramente scomparsa lo scorso anno, ndr] di raccogliere, in occasione di un recital in Palazzo Vecchio, liriche ispirate ad un tema particolare, “l’anima e la memoria”, che riproponiamo adesso in forma di plaquette, cui seguirà, a breve tempo, la seconda raccolta dal titolo “Inseguendo la bellezza”». Per Alberto Caramella, afferma Mezzasalma nella prefazione, le «questioni del vivere e del morire sono state sempre al centro del suo fare poesia e potremmo dire, anzi, che la poesia è stata anche per lui un “cruento atto esistenziale”, una sorta di ring dove autore e lettore sono invitati a fare a pugni con il testo». Ed è sul filo di questo genere di domande cruciali e assolute, continua Mezzasalma, che si muove la «scelta antologica di Paola Lucarini fatta sul lungo e tormentato itinerario poetico di Alberto Caramella. Una scelta, bisogna subito aggiungere, che ha fatto centro ancora una volta. Perché è proprio qui, nell’anima e nella memoria, il nucleo più resistente e forte della poesia di Alberto che si confronta sempre, salvo quella sottile ironia che la pervade, la sua parola poetica, il suo errare da una parte all’altra, con il rovello insistito delle grandi domande della vita: “e vivo questa ribellione vana / e piango la malinconia / di non sapere che sia / oppur sia stata / questa vita mia”». «Si tratta in genere di composizioni brevi, talvolta epigrammi, che presuppongono una buona conoscenza delle forme metriche e la preferenza per l'utilizzo dell'endecasillabo…», spiega nell’introduzione dell’antologia, Michele Brancale, che scrive anche: «selezionando testi di ‘Mille scuse per esistere’ (1995), ‘I viaggi del Nautilus’ (1997), ‘Lunares Murales’ (1999) e ‘Il libro liberato’ (2005), incontriamo l'idea preziosa e irripetibile di ogni esistenza (“non rassegnarsi ad essere un numero della lotteria”), l'amore come “via d'uscita dal vicolo cieco” nel “chiasso rumoroso della vita”, la tempesta che comporta la rinuncia a volere bene stigmatizzata ne 'Il salario della solitudine' (“Ho provato talvolta a non amare. / Appena alzati gli occhi / è scoppiato vivente l'uragano”), le ferite e il disorientamento (Sbocciano nel vaso / gridando di dolore / gialli e luminosi i fiori / che lasciano nell'acqua / la traccia opaca / dei loro polsi tagliati), la conquista del presente (“Dobbiamo uccidere, padre, il passato / e vivere nel tempo che ci è dato"), la domanda sulla vita dopo la vita (“Quando l'implosione / sarà perfezionata / la nascita sarà / dalla vecchiaia”), il gusto della festa in 'Dispense': "La giornata trascorre nel rumore / ma poi dalla finestra a sera / sale fresca un'occhiata: / e siedo convitando pane e stelle"». «Tra le numerose fotografie dell'amico Delli, ho scelto quelle che lui dedica all'acqua, materia liquida che si vede e non si vede, in continua trasformazione – dice Maria Giuseppina Caramella -. Niente meglio dell'acqua poteva accompagnare le poesie di questa raccolta. L'acqua lava il corpo e l'anima che le poesie portano alla luce, anima del poeta ma anche di ognuno di noi. L'acqua ci spinge a cercare il significato più vero e puro del nostro esistere. L'acqua è mutevole (pensiamo al mare, a una cascata, alla semplice pioggia), ma in quanto antichissima costituisce la memoria del nostro pianeta. Il rumore dell’acqua talvolta è inquietante, talvolta è talmente dolce che ci culla con le sue infinite sfumature».