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giovedì 18 aprile 2024

A Firenze una mostra monografica dedicata ad Arnolfo di Cambio

02-03-2005

Si preannuncia come uno degli eventi artistici più rilevanti la straordinaria mostra su Arnolfo di Cambio in programma dal 21 dicembre 2005 al 21 aprile 2006 al Museo dell'Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze. "La nostra volontà principale è quella di riscoprire la grandezza di un maestro spesso dimenticato, con opere che rappresentano le radici del Rinascimento fiorentino, valorizzando la scultura, un'arte il più delle volte subordinata alla pittura, a ciò che è colorato" ha affermato Edoardo Speranza, presidente della Cassa di Risparmio di Firenze, ente promotore dell’iniziativa, durante la presentazione alla stampa. Tra i presenti: Anna Mitrano, presidente dell'Opera di Santa Maria del Fiore, che ha ricordato la genialità dell’artista nella "progettazione della più alta e sontuosa Cattedrale, fulcro dei due secolari poteri, civici e religiosi". Monsignor Timothy Verdon ha definito la Firenze di oggi come la Firenze che nasce con Arnolfo, con i suoi progetti architettonici che donano un nuovo volto alla città. Il Soprintendente Antonio Paolucci ha fatto riferimento a brani scritti in un rozzo latino del 1300 in cui "si affidano i lavori di costruzione della nuova Cattedrale, lo spazio coperto più grande del mondo, ad Arnolfo di Cambio semplicemente perché è il più bravo di tutti". "Con Arnolfo abbiamo il vero Rinascimento in una Firenze che con le sue 500 fabbriche e tintorie doveva presentarsi come una specie di Hong Kong" ha proseguito Paolucci. La curatrice della mostra Enrica Neri ha sottolineato l'intento di analizzare Arnolfo anche come scultore, sotto un profilo nuovo riscoperto solo in tempi recenti: "Arnolfo di Cambio ha un suo spessore altissimo che gli viene dall'essere stato allievo di Nicola Pisano e dal suo rapporto con la classicità, che coglie con tratto ellenistico ed espressivo". La mostra prende avvio dal contatto con frammenti lapidei provenienti dalla facciata perduta della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, documentata da un disegno di Bernardino Poccetti che la presenta con sculture e mosaici dalla ricca policromia. Le opere sono oltre 90, alcune provengono dall'estero e da alcune collezioni private, molte sono state restaurate a cura dell'Opificio delle Pietre Dure. L'allestimento creato da Adolfo Natalini si pone come tentativo di mediazione tra il luogo e le opere esposte, che vanno da grandi sculture a minimi frammenti, e come base di una futura trasformazione del Museo stesso.

di Andrea Palanti