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giovedì 25 aprile 2024

Corridoio Vasariano: inaugurato l'allestimento dei ritratti del novecento

27-09-2013

Misteriosi, sorridenti, cupi, beffardi, gli sguardi che i nuovi volti del Corridoio Vasariano rimandano ai visitatori che si trovano a camminare ammirati dentro questo scrigno di meraviglie. La sensazione è quella di fare un viaggio lungo la storia dell'arte, mentre una teoria di grandi maestri osservano silenziosi il passaggio. "Quando, per il quarto centenario degli Uffizi, Luciano Berti ebbe la felice idea di celebrare l'evento chiedendo a vari artisti di inviare il proprio autoritratto, sapeva sarebbe stata un'impresa pericolosa; i critici e gli artisti non invitati avrebbero sollevato un gran numero di polemiche" con queste parole Antonio Natali direttore degli Uffizi commenta l'inaugurazione del nuovo allestimento del Corridore. Un'impresa, si potrebbe aggiungere, coronata dal successo nonostante le difficoltà e le interferenze. Gran parte di quei dipinti "ritornano oggi alla nobiltà del circuito pubblico" dopo che, a chiusura della due esposizioni nel 1981 e nel 1983, erano rimasti nei depositi del museo.
Dal 28 settembre riapre il percorso, dopo un periodo di chiusura, e chi è interessato può prenotarsi per una visita. L'allestimento riguarda il tratto finale del celebre percorso, dove fanno mostra di sè più di cento (127 per la precisione) autoritratti, che vanno ad aggiungersi alle altre opere per un totale di 527 pezzi, numero che fa del Corridoio la più grande raccolta di ritratti al mondo. Si tratta per la maggior parte di artisti del novecento, con nomi celebri come Chagall, Guttuso e Balla per citarne alcuni.
Il visitatore viene accolto dall'"autoritratto con collezionista" di Michelangelo Pistoletto, un'opera specchiata dove lo spettatore è coinvolto simbolicamente e materialmente nell'opera stessa. Da questo parte poi una teoria di quadri su entrambe le pareti, da un lato gli italiani, dall'altro gli stranieri. Ogni opera meriterebbe un'approfondimento, e non è proprio il caso di fare classifiche di importanza, ma alcune colpiscono più di altre: l'iperrealismo di Ivan Le Lorraine Albright, le atmosfere da sogno di Chagall, i colori acidi e drammatici di Maria Lassing.
E' anche questo il pregio dell'autoritratto, vedere l'artista come lui vede se stesso, e le trovate con cui si raffigurano sono geniali: Robert Rauschenberg propone un collage di cinque radiografie del suo corpo, Marie-Louise De Geer Fuchs Bergenstahle Ekma, con dissacrante ironia, dipinge un naso che fuoriesce da uno strappo nella tela, come sineddoche dell'autrice stessa. Fabre si rappresenta in una metamorfosi satiresca con tanto di corna caprine. Jenny Holzer si riassume in una frase scritta nero su bianco, che suona come un riassunto delle nevrosi contemporanee: Some days you wake and immediately start to worry. Nothing in particular is wrong. It's just the suspicion that forces are aligning quietly and there will be trouble (Qualche giorno ti svegli e immediatamente inizi a preoccuparti. Niente in particolare è sbagliato. E' solo il sospetto che delle forze si stanno lentamente allineando e questo sarà un problema).

di Andrea Baroncini