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giovedì 25 aprile 2024

Jackson Pollock: ''La figura della furia'' in mostra a Firenze

16-04-2014

Firenze "culla del Rinascimento", una città dai mille splendori che sembrano offuscare qualsiasi bagliore nascituro; un fossile ormai saldamente ancorato ad un'antica superficie sterile, egoista e possessiva, che la stringe, la immobilizza con profonde pervicaci radici. Eppure questo presunto fossile si è mosso, si muove e continua ad avanzare sempre più incalzante. Diviene aperto, malleabile, ingloba e si nutre di un patrimonio artistico e culturale spesso ritenuto scoraggiante, ma che dev'essere "bagaglio vitale e riserva", afferma Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, un'eredità che non imprigiona ma che illumina e guida lungo un sentiero di conoscenza, cambiamento e globalità. Un'enciclopedia storica che permette a questa città di farsi largo con fierezza e consapevolezza e che Martedì 15 Aprile le ha dato il coraggio di proporre un audace appuntamento culturale: quello con le opere di Jackson Pollock nella mostra denominata "La figura della furia". Un titolo che fa riferimento alla tecnica pittorica dell'artista e all'espressione "la furia della figura" (citata nel '500 dal teorico e pittore Giovanni Paolo Lomazzo per descrivere un moto spilariforme) legandole al dinamismo di forze contrapposte, di parti complete e incomplete, conferito da Michelangelo alle sue opere e di cui "Il genio della vittoria" è uno degli esempi più noti. Il percorso espositivo si sposta da Palazzo Vecchio a Piazza San Firenze, tessendo un filo conduttore che intreccia passato, presente e futuro, diversi patrimoni genetici, differenti filoni storici ed internazionali, facendo rivivere la sede del potere politico fiorentino. Un accostamento, quello tra Pollock e Michelangelo, ardito, spiazzante, ma non blasfemo, battezzato dall'ammirazione di un grande protagonista dell'arte mondiale del XX secolo per uno dei maggiori esponenti del Rinascimento italiano. "E' quasi come se Pollock tornasse a casa sua"dichiara Sergio Givone, assessore alla Cultura e alla Contemporaneità del Comune di Firenze. Come se si verificasse un ricongiungimento metafisico con un "padre spirituale" mai conosciuto, ma profondamente studiato, amato, osservato e che riuscì ad incantarlo con l'eternità delle immagini della Cappella Sistina e del Giudizio Universale. Un vincolo virtuale che percorre secoli e chilometri e che unisce due personalità così fatalmente legate anche dalle più visibili differenze; che percorrono una strada comune fino a raggiungere un bivio; che si portano dentro un eros che esplode nella furia più vertiginosa, uno stimolo che si dirapa in tendenze diverse. L'occhio e la mano di Michelangelo rivolti verso il cielo nell'impresa della Sistina, per scorgere la perfezione dell'ideale e lo sguardo verso terra di Pollock, che ribalta i sistemi tradizionali dipingendo su una base poggiata sul pavimento, alla ricerca dell'imperfezione del reale. Un artista che reinterpreta in chiave moderna i rudimenti artistici del maestro del "non-finito", rianimando la sua monumentalità, plasticità, l'attenzione per anatomie e masse corporee, l'imprescindibile valore del chiaro scuro e che quasi dissolve le forme in un vortice di dinamismo e torsione. Adottando nel '49 la tecnica del "dripping", Pollock sgocciola direttamente sulla tela il proprio furor passionale sotto forma di colori, vernici all'alluminio, frammenti di vetro e materiali eterogenei. Un corpo che si fonde con l'arte, si impiglia e si aggroviglia nella tela con un ritmo sinuoso per esplodere poi nell'occhio dell'osservatore. Un seme di significato che germoglia nell'opera stessa e che si nutre di energia, volontà e naturalezza. Grazie ai sei disegni concessi per l'occasione dal Metropolitan Museum di New York e ad alcuni dipinti e incisioni fornite da musei internazionali e collezioni private, Firenze inaugura non soltanto una mostra, ma una nuova percezione ed esperienza artistica, ribadendo che il contemporaneo è parte integrante della linfa cittadina e che, nonostante l'occhio di riguardo per il passato, non resta nè cieca nè miope di fronte alle meraviglie del presente.

La mostra, ideata e curata da Sergio Risaliti e Francesca Campana Comparini, resterà aperta da Mercoledì 16 Aprile a Domenica 27 Luglio.

"Il principale nemico della creatività è il buonsenso" Pablo Picasso

Per informazioni: www.pollockfirenze.it

di Enrica Pulcinelli