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martedì 16 aprile 2024

''I miei versi sono meravigliosi'': mostra-spettacolo dedicata a Dino Campana e Francesco Romiti

30-08-2014
Sabato 30 agosto, all’interno della "Antica Fiera di Mezzagosto" di Lastra a Signa, la compagnia teatrale Chille de la balanza presenta un suo progetto di mostra e spettacolo, “I miei versi sono meravigliosi”, affiancando due figure outsiders del ‘900: il poeta Dino Campana e il pittore Francesco Romiti.

Alle ore 18 vernissage della straordinaria mostra “Esser umano”, che presenta oltre 100 disegni e dipinti di Francesco Romiti. Chi è Romiti, anzi chi era Romiti? Credo ben pochi lo sappiano. Una sua amica, Dana Simionescu, ha scritto di lui: “Il 27 novembre 2013 Francesco Romiti si è spento improvvisamente, ed in maniera del tutto inaspettata, lui che ti faceva credere nell'immortalità!". Romiti era veramente un uomo “unico”. Lo si poteva vedere in giro per San Salvi ma anche fuori; alto, fisicamente possente e con una faccia di burbero buono, con in mano uno o più sacchetti di supermercato con dentro tutto il suo mondo: cose da mangiare e da bere, fogli di carta da riciclare, pezzi di vecchi manifesti, penne, matite, colori e pennelli. Sì, Francesco disegnava ovunque, osservava la città e i suoi abitanti e cercava di carpire l’anima di chi incontrava andando in giro, o seduto in una sala d’attesa, o su una panchina, se faceva bello o pioveva poco importava. A parole, era scettico sull’umanità e sul suo destino, ma in profondità credeva nel mondo o almeno in alcune persone cui affidava tutte le sue creazioni e senza nulla chiedere in compenso. Regalava la sua Arte (migliaia di disegni, dipinti, scritti, appunti) a chi, a suo giudizio, lo meritava. Francesco Romiti aveva alle spalle una vita avventurosa: figlio di una famiglia di contadini arrivata a Firenze per lavorare nel giardino della Sinagoga, prima corse il rischio di una deportazione per errore (i lineamenti dei Romiti lasciavano pensare ad una famiglia ebrea) e successivamente, ancora bambino, evitò il ricovero a San Salvi solo per la decisiva opposizione del padre; ed ancora, vedi i casi della vita, dopo uno strano e tardivo matrimonio (e con un figlio mai riconosciuto, Andrea, oggi musicista), ormai anziano si innamorò di Anna, una donna rinchiusa proprio a San Salvi ed artista della Tinaia, luogo che frequentò in anni recenti. Viveva “ai confini della società”, direbbero i benpensanti, se si pensa che dopo molti anni passati in una piccola casa di famiglia al Galluzzo (senz’acqua, luce e dormendo in una stanza con il soffitto sfondato, ma tanto amata perché gli consentiva di “guardare le stelle”), negli ultimi anni si innamorò… di una roulotte parcheggiata in un cortile di Montecchio (Reggello) e lì volle vivere sino alla sua morte. Anche in quest’occasione Romiti ha pagato la sua “diversità”, l’essere un "artista straniero" alla società che non l’ha mai voluto/saputo accogliere. Non è quindi un caso che i Chille abbiano pensato di accostare la sua figura a quella del poeta Dino Campana: e, ironia della sorte, Campana morì il 1° marzo 1932 mentre Romiti nacque il 1° marzo 1933; un 1° marzo che molti anni dopo sarebbe diventato il giorno dei diritti dei migranti e più in generale degli stranieri. Dicevamo, ancora più strana è stata la sua recente morte… con un cadavere ridicolmente conteso (ed abbandonato per quasi un mese!) tra quattro diversi comuni: Reggello, quello di residenza, San Giovanni Valdarno, dove vive la moglie, Montevarchi, il comune del figlio mai riconosciuto e Firenze dove Romiti è morto in ospedale. E così solo grazie agli amici, Romiti ha trovato finalmente sepoltura e pace a Trespiano. La mostra, dopo il vernissage di sabato 30 agosto alle ore 18, resterà aperta sino a tutto il 7 settembre.

Pochi sanno che D.Campana, autore dei Canti orfici di cui quest’anno cade il centenario della prima pubblicazione a Marradi, visse anche a Lastra a Signa soggiornando in una cameretta all’albergo Sanesi fin quando per uno dei suoi eccessi di ira, il Sindaco emise l’ordinanza di trasferimento al manicomio di San Salvi, da cui sarebbe stato estradato dopo pochi mesi per il definitivo internamento a Castelpulci, dove morì quattordici anni dopo. Singolare, quindi, il collegamento tra due luoghi: l’Albergo Sanesi e San Salvi, anzi più precisamente proprio il padiglione dove oggi ha sede la compagnia dei Chille de la balanza. E così la poesia musicale europea colorita di Dino Campana rivivrà tra Sanesi e lo spedale di Sant’Antonio sabato 30 agosto alle ore 21,15 (ingresso libero). I Chille hanno infatti realizzato per l’occasione un concerto-spettacolo a più voci, con la partecipazione di Marco Bianchini, Roxana Iftime, Irene Montagnani, Matteo Pecorini e Claudio Ascoli che ha anche il compito di raccontare per frammenti la straordinaria vita del poeta. Allo spettacolo parteciperà il cantautore Massimiliano Larocca, che ha messo in musica molti poemi campaniani, che presenterà nella serata.

Maggiori informazioni all'indirizzo www.chille.it

LB