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mercoledì 24 aprile 2024

''Transformative Limits'', le opere di Be Andr e Klas Eriksson alla Galleria Eduardo Secci

17-01-2015

Sabato 17 gennaio si apre la doppia mostra personale di Be Andr (Norvegia) e Klas Eriksson (Svezia), dalle ore 18.00, alla Galleria Eduardo Secci di Firenze (Via Maggio 51/R).
Questa è la prima mostra in Italia per i due artisti di origini scandinave, oltre ad essere un'opportunità unica per un incontro tra le loro personali ricerche. I lavori esposti sono generati dall'utilizzo di tecniche differenti e variano da grandi quadri astratti a video di azioni performative, da sculture con lettere in legno a testi in vinile posti su superfici specchianti, da opere fotografiche ad interventi site specific. Il catalogo realizzato su questo progetto contiene, oltre alle interviste agli artisti, un testo del curatore Lorenzo Bruni dal titolo: Look - It is right here!
La doppia personale di Be Andr e Klas Eriksson è caratterizzata da opere che evocano e concretizzano la potenziale relazione tra l'osservatore e l'ambiente che questi attraversa, analizzandone le implicazioni a livello fisico, ottico e psicologico. Per gli artisti, tuttavia, questo è solo il punto di partenza per aprire una discussione proficua attorno a cosa comporta oggi, nell'era del “villaggio globale” e delle “esperienze virtuali”, condividere con gli altri “diversi da sé” l'essere consapevole di quel particolare rapporto tra “io e attorno”. Queste tensioni sono affrontante da Be Andr adottando delle “sentenze” in lingua inglese e collocandole poi nello spazio architettonico in modo da influenzarne il significato rispetto alle condizioni ambientali in cui sono fruite. Così, le lettere in legno poste come una scultura monumentale o un assemblage in mezzo alla stanza o le lettere in vinile disposte su una superficie riflettente posseggono prima di tutto la caratteristica di rendersi delle “presenze” il cui significato e significante si rincorrono continuamente e si trasformano rispetto alla presenza dell'osservatore. Klas Eriksson, invece, utilizza dei fumogeni colorati tipici della tifoseria da stadio per realizzare azioni nel paesaggio naturale o urbano con cui stabilire una momentanea aggregazione, al limite con il sogno, tra le persone coinvolte. I video e le fotografie che scaturiscono da queste esperienze spostano la questione dal luogo in cui si svolge l'azione alle identità delle persone coinvolte e alle motivazioni che le potranno ancora unire in futuro. Mentre i grandi quadri realizzati con lo stesso materiale di polvere colorata, le cui superfici vorticose ricordano le velature intense e senza materia alla Mark Rothko o le nebbie dinamiche e dense di emozioni di William Turner, non sono per l'artista soltanto delle tracce di un certo tipo di contatto con il mondo, ma costituiscono dei dispositivi che pongono l'attenzione sullo spazio architettonico e sul pubblico con cui le opere stesse si pongono in dialogo.

Info: www.eduardosecci.com