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venerdì 19 aprile 2024

Confronto-lezione con Sergio Givone su ''Padri e figli'' di Ivan Turgenev

16-03-2015

Giovedì 19 marzo Sergio Givone presenta "Padri e figli", il romanzo di Ivan Turgenev, in un confronto-lezione aperto al pubblico, alle ore 17.30, a San Salvi. L'appuntamento fa parte del nuovo percorso di ricerca dei Chille de la balanza intitolato "memoriaEREDITA’", il cui sottotitolo recita: “Ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoi possederlo davvero” (W. Goethe). 
Givone riprende la tesi nietzschiana secondo cui il nichilismo europeo, termine nato proprio in “Padri e figli” (Bazarov, giovane materialista, antitradizionalista, si autodefinisce appunto 'nichilista') , nichilismo inteso come negazione di ogni verità e di ogni assolutezza, è “figlio del cristianesimo”; di quel cristianesimo che mette al centro dell`esperienza religiosa la “morte di Dio”, lo “svuotamento” (kenosis) di Gesù sulla croce. A partire da questa Rivelazione, tutta la vicenda storica viene letta in una chiave al tempo stesso cristiana e nichilista.
E proprio “Il nichilismo” si intitolava la prima traduzione italiana di “Padri e figli”, pubblicata nel 1879, quando l'autore aveva da tempo lasciato la Russia, dove il libro era divenuto un caso politico prima ancora che letterario, e viveva in Francia, godendo del pieno riconoscimento e dall’amicizia di altri grandi narratori, come Flaubert e Henry James. Il titolo italiano identificava il romanzo di Turgenev con il tema che più aveva fatto scalpore sia in patria che all'estero: la comparsa sulla scena russa di personaggi nuovi e ancora da interpretare, cui l'autore aveva dato un nome dal sapore ambiguo ("nichilisti"), ma destinato a grande fortuna. Il nichilismo inteso come negazione di ogni verità e di ogni assolutezza, è “figlio del cristianesimo”; di quel cristianesimo che mette al centro dell`esperienza religiosa la “morte di Dio”.
Altra è l`interpretazione, osserva Givone, che del nichilismo dà Dostoevskij: la sua genealogia è ricondotta a un`insuperabile ambiguità della coscienza, al suo fondamentale dualismo che discende dal vedere da un lato il nulla come condizione della nostra vita, ma dall’altra “l’insopprimibile angoscia” che da questo nulla deriva.

La serata sansalvina vedrà anche il confronto con Givone dei giovani attori che già da alcuni mesi lavorano sul romanzo di Turgenev, romanzo la cui attualità è per molti versi sorprendente. Un appuntamento da non perdere, anche nel percorso di formazione dello Spett-attore: figura di spettatore “attivo”, fondamentale nel teatro dei Chille.

Sergio Givone, laureato a Torino con Luigi Pareyson, ha insegnato a Perugia, Torino e Firenze, dove attualmente è ordinario di estetica alla Facoltà di Lettere e Filosofia. E’ stato anche Humboldt-Stipendiat presso l’Università di Heidelberg. Di interesse anche la sua opera narrativa, in cui forte è il richiamo filosofico e l’impronta della letteratura russa. Collabora assiduamente col quotidiano la Repubblica

Ingresso libero, prenotazione consigliata.

Info: www.chille.it