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venerdì 29 marzo 2024

Anna Marchesini con ''Cirino e Marilda non si può fare'' al Teatro della Pergola

15-03-2016
Un grande ritorno sul palcoscenico del Teatro della Pergola da martedì 15 a giovedì 24 marzo. A dieci anni da La cerimonia del massaggio di Alan Bennett, Anna Marchesini racconta Cirino e Marilda non si può fare ovvero le avventure del professor Cirino Pascarella e di Marilda, single quarantenne che mamma Olimpia vuole vedere accasata proprio con il timido professore. Accompagnata dalla musica dal vivo del trio Aire de Mar, Marchesini conferma le sue doti di grandi affabulatrice, partendo da un testo scritto appositamente per il teatro e tratto dal suo libro edito da Rizzoli, Moscerine – la scrittura è felicità. Una maratona emozionale su un palcoscenico nudo, senza supporti scenici, dove i veri protagonisti sono il corpo, i movimenti e la voce.

Io sono nata plurale quindi non è la prima volta che faccio un monologo e interpreto tutti i personaggi”, spiega Anna Marchesini, “non ho più bisogno di cambiarmi d’abito, rimasta sola senza Tullio Solenghi e Massimo Lopez mi sono moltiplicata. Con gioia racconto questa storia su di un palco spoglio, per permettere alla voce e al corpo di riscrivere ogni volta la storia, narrando non come un lettore, ma come un attore ogni volta diverso, protagonista della vicenda stessa che non può che viverla, rappresentarla senza mai conoscerne la fine”.

Dopo aver lavorato in spettacoli non suoi (oltre a Bennett, Giorni felici di Beckett e Le due zittelle di Landolfi), questa volta Anna Marchesini si esibisce in un reading pensato interamente da lei. Il sipario si apre e lei è già lì, in scena: fasciata in un elegante e morbido abito uscito dalla Maison Gattinoni, è seduta su uno sgabello e di fronte il leggìo regge le pagine del suo racconto; poco discosti ci sono Martin Diaz alla chitarra, Marco Collazzoni al sax e flauto e Saverio Federici alle percussioni.

Quando ho pubblicato Moscerine non c’era Cirino e Marilda non si può fare. Desideravo che alcuni dei personaggi del mio libro potessero avere una vita in teatro. Però non mi sembrava che bastasse passare dalla scrittura letteraria alla rappresentazione teatrale: allora ho preferito scrivere un racconto appositamente per la scena. Mi è piaciuto dare, specialmente alla figura di Cirino, un po’ la stazza delle figure pirandelliane, personaggi come quelli de Il treno ha fischiato che vivono una vita silente, invisibile, di cui non si accorge nessuno e finiscono per non accorgersene neanche loro”.

Al centro della narrazione c’è un timido professore, Cirino Pascarella, un universo sognato più che vissuto, sembra venire sempre da lontano e non stare mai dove gli accade di trovarsi. Si è più volte avvicinato alle cose senza avere però mai il coraggio di assaggiarne il sapore, non ha fatto altro per tutta la vita che scivolare su di esse come dita sui tasti di un pianoforte.

“È un uomo di 50 anni, vive da solo”, spiega Marchesini, “ha scritto tutta la sua vita con un inchiostro pallido, una grafia quasi invisibile. C’è stato un tempo in cui ogni volta che vedeva una cosa quella si riempiva di possibilità, di eventualità, ma quel tempo felice è passato. Presto, però, sarà travolto da un’inaspettata turbolenza di emozioni da cui ha sempre cercato di tenersi distante.

A scombussolare la sua esistenza ci penserà donna Olimpia, la tenutaria della Pensione Smeraldo in cui vive chiuso nella solitudine e abitudine della stanza numero 12. È una donna immensa, portatrice di tutto il senso comune e popolare, interessata solamente a far maritare la figlia quarantenne Marilda, ma è incapace di decifrare i comportamenti e i modi del professore, peraltro poco sensibile al fascino femminile”.

Donna Olimpia, narra in scena Anna Marchesini, ha “l’aria della megattera, un mammiferone antropofago che a furia di farsi gli affari di tutti pare che abbia ingurgitato un condominio intero e che ora lo porti dietro con sé con gran fatica”. Cirino Pascarella è un’incantevole figura candidata a essere completamente travolta da quel clamore, quella turbolenza di emozioni da cui ha sempre procurato di tenersi distante, tuttavia donna Olimpia non riesce nemmeno a procurare alla figlia un approccio con lui.

Cirino e Marilda sono due mondi, due voci, si incontrano quasi esclusivamente al di qua e al di là della porta della stanza 12”, conclude Anna Marchesini, “quella porta come un diaframma separa a malapena, senza proteggerlo, lo spazio buio abitato dal professore dalla piena molesta e incontinente di Olimpia, che pare tracimare a ogni istante e travolgerlo. Se non fosse che il nostro tutte le sere se ne va così lontano, ma in un inconfessabile così lontano…”.

Due mondi diversi che si confrontano e che si scontrano, il tragico e il comico si alternano e, spesso, si attraggono, diventando una cosa sola. Basterà una luce accesa nella casa di fronte, abitata da un ragazzo trentenne, a far capire al professore – con una vergognosa intimità e una timidezza sconsolata – quello che fino a quel momento non aveva capito o, perlomeno, tenuto nascosto, una specie di nostalgia del possibile di cui non si conoscono gli aspetti, svaniti prima ancora di accadere, “l’avvertimento di una vita diversa che non era mai stata, ma che conteneva in sé le promesse di quello che avrebbe potuto essere”.

Anna Marchesini guarda e descrive quello che per lei è l’invisibile, quel qualcosa che modifica le nostre vite e che può cambiarle in qualsiasi momento, anche in punto di morte. E il coinvolgimento è totale.

Per informazioni: www.teatrodellapergola.com