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giovedì 28 marzo 2024

Ragione e bellezza nelle idee albertiane

13-03-2006
Palazzo Strozzi è il prestigioso luogo scelto per ospitare uno dei più grandi eventi espositivi del panorama fiorentino attuale, la mostra "L'uomo del Rinascimento. Leon Battista Alberti e le arti a Firenze tra ragione e bellezza", in programma dall'11 marzo al 23 luglio 2006. Fortemente voluta dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze all'interno di una politica di arricchimento culturale volta alla riscoperta delle tradizioni della città, l'esposizione è curata da Cristina Acidini, Soprintendente dell'Opificio delle Pietre Dure e da Gabriele Morolli, Ordinario di Storia dell'Architettura presso l'Università di Firenze. Leon Battista Alberti è la personalità che certamente più di ogni altra incarna gli ideali dell'Umanesimo e rappresenta l'uomo del Rinascimento attraverso i suoi molteplici interessi e campi di studio che comprendono l'architettura, gli scritti teorici, la matematica, la pittura, la fisica, l'archeologia e la musica. Si presentava quindi molto difficile e ricca di ostacoli la progettazione di un evento come questo che si propone, attraverso la presentazione di 170 opere di vari artisti, di rendere omaggio a una figura straordinaria che ha rivoluzionato il modo di fare arte attraverso la diffusione della prospettiva ed ha contribuito enormemente all'elevazione del ruolo sociale dell'artista.La mostra è suddivisa per sette nuclei tematici ed è composta da una serie di opere tutte riconducibili ai principi e alle teorie albertiane secondo i valori di "ragione" e "bellezza", come suggerisce lo stesso sottotitolo della rassegna. "Ogni opera ha la sua ragione di essere  in questo luogo e allo stesso tempo ha una sua precisa bellezza" dichiara a questo proposito Cristina Acidini. Alcune sezioni, grazie anche a supporti video, puntano ad approfondire la conoscenza delle geniali realizzazioni dell'Alberti a Firenze come Palazzo Rucellai e il Tempietto del Santo Sepolcro nella chiesa di San Pancrazio. Accanto a queste i dipinti di Lippi, Botticelli, Beato Angelico e Fra'Carnevale, le medaglie celebrative di Pisanello e Matteo de'Pasti, le straordinarie sculture di Donatello tra cui la "Madonna Piot" e "Il banchetto di Erode" hanno come filo conduttore comune quello di essere prodotti da artisti che in qualche modo hanno senz'altro risentito della potente influenza della lezione di Leon Battista Alberti. Opere prevalentemente pittoriche e plastiche dove l'architettura diviene elemento fondamentale, arricchito in certi casi da decorazioni policrome e soluzioni scenografiche. Questa concezione centrale dell'architettura è inoltre ben sintetizzata sia dalla prima che dall'ultima sala in quanto la mostra si apre con due delle formelle provenienti dal Campanile di Giotto identificative della duplice funzione dell'architetto che in una traccia segni con il compasso e nell'altra dirige effettivamente i lavori di costruzione, teoria e pratica che conducono alla limpida e armoniosa visione prospettica della "Città ideale" di Urbino, con la quale si chiude la nostra visita.

di Andrea Palanti