Città di Firenze
Home > Webzine > Occupazioni Farsesche: ''Ilio... o delle rovine...'' in scena al Teatro Puccini di Firenze
venerdì 29 marzo 2024

Occupazioni Farsesche: ''Ilio... o delle rovine...'' in scena al Teatro Puccini di Firenze

07-05-2018
Dal 7 al 9 maggio 2018, alle ore 21.00, al Teatro Puccini di Firenze sarà in scena "Ilio... o delle rovine..." con Lino Spadaro, Riccardo Naldini, Matteo Procuranti. Soggetto di Virginia Martini e Riccardo Sottili. Una produzione di Occupazioni Farsesche in collaborazione con Regione Toscana, ANPPIA, Blanca Teatro, Archivi della Resistenza.

La trama
Libero, un anziano ex dirigente del PCI ormai ritiratosi a vita privata, vive solo, circondato dai ricordi e pieno di rammarico per la trasformazione politica di questo paese. Le giornate scorrono tutte uguali, scandite dalle abitudini, l’ascolto della radio, la lettura del giornale, la spesa, i medicinali e le visite quotidiane del figlio Bruno, assessore comunale alle Politiche Sociali. I rapporti tra i due non sono facili e la situazione è resa ancor più difficile dall’assenza del figlio minore di Libero, Ilio, partito due anni prima come volontario con una ONG verso i campi profughi delle Siria. Di lui si hanno poche notizie ma sicuramente ha sposato la causa del popolo curdo e si è unito ad un gruppo di lotta armata. Il padre ogni notte scrive al figlio lettere che poi non spedisce, manifestandogli il proprio dissenso per le scelte fatte e raccontando di sé, della propria vita, dei propri sogni infranti. Improvvisamente Ilio fa ritorno in Italia ma quella che doveva essere una breve permanenza a casa, tra l’altro per motivi inerenti la lotta politica, si complica a causa di un ictus che colpisce il padre costringendolo su una sedia a rotelle senza più l’uso della parola. I due fratelli, tanto diversi per modo di intendere la vita e la politica, si trovano a dover affrontare insieme la malattia del padre ma soprattutto la morte. Infatti in un’ultima lettera indirizzata ad entrambi i figli scritta poco prima dell’ictus, Libero chiede loro di “aiutarlo a morire” qualora dovesse trovarsi in situazione di infermità. La difficile decisione da prendere creerà forti scontri tra i due figli fino a quando uno dei due, da solo, si assumerà questa responsabilità.

I motivi dello spettacolo
Cosa resta dei valori che spinsero una generazione di combattenti straordinari a lottare e sacrificarsi per regalare alle generazioni a venire la libertà dal nazifascismo, la Repubblica, la Costituzione? Mentre muoiono in questi anni gli ultimi partigiani, quali degli ideali che li hanno animati sono ancora attuali? E per chi lo sono? E se le ideologie non trovano più spazio nelle quotidiane esistenze e neppure nei partiti politici,  allora intorno a cosa procede la politica? Sembra passato un millennio da “nostra patria è il mondo intero” e non solo una manciata di decenni. I personaggi di questo spettacolo navigano a vista in questa palude di domande.  È una famiglia di uomini di sinistra, ma cosa vuol dire questo? Non si somigliano in niente, non hanno gli stessi riferimenti, non osservano il mondo attraverso la stessa lente e soprattutto non hanno gli stessi obiettivi.  È sicuramente uno spettacolo sulle eredità, morali e politiche. E quindi anche uno spettacolo sul cambiamento della politica, sulla mai risolta questione morale, sulla memoria attiva della Resistenza fuori dalla dimensione agiografica, sulla violenza come strumento di lotta.

Le fonti    
Soggetto e testo dello spettacolo sono completamente originali e i personaggi sono di fantasia. Tutti tranne uno. In scena c’è una cornice con la foto di un uomo, realmente vissuto, si tratta di Ilio Barontini, classe 1890, di Cecina in provincia di Livorno. Ci siamo presi la libertà di scegliere Barontini come immaginario “nonno” della nostra storia. In realtà non sappiamo se Ilio Barontini abbia avuto figli e nipoti. Noi lo abbiamo scelto per le vicende che l’hanno visto impegnato prima in Spagna (commissari della 12° brigata Garibaldi a Guadalajara), poi in Africa e infine nella Resistenza italiana. In Africa fu mandato dal Partito Comunista alla fine del 1938 con una spedizione speciale: l'organizzazione della resistenza partigiana in Abissinia. Partirono così per l'Etiopia “Paulus” (Ilio Barontini), “Petrus” (Domenico Rolla della provincia di La Spezia, tenente sul fronte spagnolo dell'Ebro), “Johannes” (Anton Ukmar, comunista triestino). I tre, soprannominati gli apostoli, vivranno vicende straordinarie sul territorio africano, contribuendo ad organizzare un vasto movimento partigiano.
Grazie al suggerimento di Archivi della Resistenza è nata l’idea di realizzare uno spettacolo, che ha debuttato al Festival Fino al Cuore della Rivolta di Fosdinovo il 3 agosto 2015, che traesse spunto dalle vicende dei tre apostoli per sviluppare un ragionamento ampio sul nostro presente. E così, nonostante non si raccontino direttamente le storie di questi tre combattenti, ci si interroga però proprio su quelle tematiche che sono state motore dell’internazionalismo, come appunto l’assunzione di responsabilità, il senso di giustizia, gli ideali politici, l’amore per la libertà.

Il titolo
Come già indicato nelle note precedenti l’unico personaggio dello spettacolo realmente vissuto è Ilio Barontini ma abbiamo dato lo stesso nome, Ilio, anche al fratello più giovane   che come il nonno, ha fatto una scelta di vita difficile, che prevede assunzione di responsabilità in prima persona e grande senso di giustizia.
Eppure il titolo dello spettacolo è prima di tutto ispirato alla città Ilio, il luogo assediato per eccellenza. Nel nostro spettacolo ad essere assediati sono l’insieme di valori su cui si è costruito il nostro paese alla fine della seconda guerra mondiale. E i nostri tre personaggi, così come Priamo con i suoi due figli Ettore e Paride, si trovano a cercare di dare un senso ed un futuro alle rovine di questi tempi.

Per ulteriori informazioni:
www.teatropuccini.it - info@teatropuccini.it - www.facebook.com/teatro.puccini