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giovedì 28 marzo 2024

''Dialoghi di profughi'' in scena a San Salvi per la Giornata mondiale del Rifugiato

20-06-2018
Nell’Estate a San Salvi, da mercoledì 20 (Giornata mondiale del Rifugiato) a venerdì 22 giugno, sempre alle ore 21.30, i Chille de la balanza presentano “Dialoghi di profughi”, dall’omonimo testo di Bertolt Brecht.

“Il passaporto è la parte più nobile di un uomo. E difatti non è mica così semplice da fare come un uomo. Un essere umano lo si può fare dappertutto, nel modo più irresponsabile e senza una ragione valida; ma un passaporto, mai. In compenso il passaporto, quando è buono viene riconosciuto; invece un uomo può essere buono quanto vuole, non viene riconosciuto lo stesso. I passaporti si fanno soprattutto per via dell’ordine. (…) La metta così: dove niente sta al posto giusto, c’è disordine. Dove al posto giusto non c’è niente, lì c’è ordine. L’ordine oggigiorno si ha soprattutto là dove non c’è niente. E’ un fenomeno di carenza”.

Ecco alcune frasi tratte dai “Dialoghi di profughi” che lo scrittore scrisse nel 1940-1941 negli anni del suo esilio in Finlandia dopo la fuga dalla Germania nazista. La Finlandia era la terza tappa dopo la Danimarca e la Svezia e prima degli Stati Uniti. Brecht aveva appena scritto Madre Coraggio, si trovava in un periodo di massima maturità e fecondità artistica. Come spesso gli accadeva, dopo averli abbozzati in grandi linee, non diede l’ultima mano ai Dialoghi né vi ritornò dopo. Furono pubblicati, incompiuti, solo dopo la sua morte nel 1962. In scena, due soli personaggi: lo scienziato-l’intellettuale (Brecht stesso??) e l’operaio. Uno strano intellettuale e uno strano operaio. Nei dialoghi tra loro un dissidio appena accennato: un po’ perché i due non sono mai impegnati nell’azione, forse perché qui ogni cosa contiene il suo contrario: i concetti vanno a spasso a due a due, litigando tra loro, e quindi la ragione non è mai unilaterale. Ogni tanto… ecco apparire Hitler, citato come l’Imbianchino o il Comediavolosichiama, e Mussolini, detto il Coso.

I Dialoghi sono ad oggi uno dei testi brechtiani meno frequentati. Nella scrittura scenica dei Chille, un’intera compagnia teatrale con 13 attori (6 coppie e un singolo: un attore-giovane abbandonato al suo destino…come tutti i giovani!) gioca a mettere in scena i due soli personaggi del testo. Nascono così infinite variazioni! L’intellettuale e l’operaio parlano, parlano…ma le contraddizioni galleggiano senza mai esplodere.

In scena, in ordine alfabetico, Federico Carotenuto, Alessandro Casini, Giulia Ciccarelli, Ginevra Emeri, Francesca Gaza, Francesco Gori, Anna Laffi, Julie Marcie, Beatrice Massaro, Umberto Moretti, Matteo Pecorini, Giulio Piumelli e Rosario Terrone. Musiche originali di Alessio Rinaldi e Tommaso Guarna, luci e suono di Gabriele Ramazzotti, immagini di Paolo Lauri, scrittura scenica di Claudio Ascoli e Sissi Abbondanza.

Gli spettacoli iniziano alle ore 21.30.
Ingresso 10 €, posti limitati, si consiglia la prenotazione.

Ulteriori informazioni e prenotazioni 055-6236195 - info@chille.it - www.chille.it