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venerdì 29 marzo 2024

Suoni Riflessi: due nuovi concerti del "Ciclo Beethoven" alla Sala Vanni di Firenze

23-10-2021
Sabato 23 e domenica 24 ottobre 2021 la Sala Vanni di Firenze, in piazza del Carmine, ospita due nuovi concerti del "Ciclo Beethoven" in occasione della XIX edizione del festival di musica classica Suoni Riflessi.

Programma

Sabato 23 ottobre 2021 ore 18.00
Beethoven “Romantico”

Sonata per Violoncello e Pianoforte op 69
Gianluca Pirisi, Flavia Salemme

IV Concerto in sol magg. per pianoforte e quintetto (elaborazione dell’Autore)
Matteo Fossi – Quartetto Savinio, Caterina Bernocco viola

La Sonata per pianoforte e violoncello che sarà eseguita oggi rappresenta una pagina di svolta nella letteratura per questa formazione. Similmente al violino nella sonata “a Kreutzer” viene affidato al violoncello l’incipit del primo movimento, dando un'idea di scrittura paritaria tra i due strumenti e un grande esempio di interesse virtuosistico nella parte del violoncello, impegnato in impegnative evoluzioni tecniche, che, sommate alla grande difficoltà musicale e cameristica, rendono questa Sonata una delle vette più ambite ed ancora oggi combattute del repertorio per i due strumenti. Attenzione particolare va riservata allo Scherzo del 2° movimento, in cui molti hanno intravisto l'anticipazione dell' Allegretto della Settima Sinfonia, alternando un ritmo sincopato severo quanto enigmatico, ad un semplicissimo motivo. Ad esso viene contrapposto un brevissimo “Adagio Cantabile” di straordinaria dolcezza che funge da introduzione ad un “Allegro vivace”, in cui entrambi gli strumenti vengono coinvolti in una continua rincorsa di mirabolanti virtuosismi tra scale ed evoluzioni costruiti su un brevissimo inciso sospeso, di sole 5 note.
Gianluca Pirisi

Il Quarto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven, uno dei più amati ed eseguiti capolavori del repertorio, rappresenta in realtà un problema musicologico: il manoscritto originale è andato perduto, e non si conoscono le circostanze della prima esecuzione. Probabilmente, per ragioni economiche, o per le limitate dimensioni della sala dei concerti di Palazzo Lobkovitz, in cui il Concerto sarebbe stato eseguito per la prima volta, il compositore pensò ad un organico orchestrale ridotto, per poi preparare in un secondo momento la versione “sinfonica”. C’è chi ipotizza addirittura che si tratti di due brani distinti, con sensibili varianti anche alla parte solistica; nell’esecuzione di oggi ci atterremo invece alla versione pianistica che tutti conosciamo, come mostra la recente pubblicazione di un importante editore tedesco.
Quello che è certo è che, in una dimensione cameristica, il Quarto Concerto rivela tutti i suoi aspetti più intimi e introversi, difficilissimi da restituire con un’orchestra al gran completo. che lo rendono a mio parere ancor più straordinario e magico.
Matteo Fossi

Domenica 24 ottobre 2021 ore 11.00
L.V.Beethoven “Metafisico”

Sonata op. 110 in Lab maggiore – Matteo Fossi pianoforte
Quartetto op 132 in la min – Quartetto Savinio

Terminata nel 1821 (anno, tra l'altro, della morte di Napoleone, a cui Beethoven aveva guardato con immense speranze e altrettante delusioni…), l’op.110 è la seconda delle ultime tre Sonate pianistiche del genio di Bonn. Di lì a poco, avrebbe abbandonato il pianoforte (con la straordinaria “ parentesi” delle Variazioni Diabelli e delle ultime Bagatelle) per dedicarsi al quartetto d'archi e all’orchestra. Nel secondo movimento dell'op.111 (a cui Thomas Mann dedicò pagine immortali nel Doktor Faustus), forse, si possono individuare i motivi di tale abbandono: nelle variazioni finali Beethoven compie l’immane tentativo di prolungare le note con infiniti trilli, finché il silenzio non ricopre tutto. E’ finito il tempo “terrestre” (è finito con il colossale primo movimento), è iniziato il tempo “celeste”, per cui, evidentemente, il “suo” pianoforte, strumento a percussione, non può più essergli d'aiuto.
Nell’op.110, invece, la struttura di una Sonata classica è ancora riscontrabile, pur in forma ormai assolutamente personale: quattro movimenti, con uno Scherzo al secondo posto e un grandioso tempo lento al terzo, l'Arioso dolente. In realtà, quest'ultimo si ripete due volte, interrotto, e infine trasceso, da una Fuga (e dalla sua inversione) che rappresenta l'estremo tentativo da parte di Beethoven di conciliare lo stile classico con la forma barocca. La 110 è l’opera beethoveniana a me più cara: è a mio parere il centro nevralgico delle ultime tre Sonate, è la più dolce e tormentata assieme, è la storia, in musica, di una vita, di una morte, e di una rinascita (c’è chi vi ha ritrovato addirittura riferimenti alla passione, morte e resurrezione di Cristo): è, in sostanza, ciò di più vicino all’Assoluto che abbia mai ritrovato in un brano musicale.
Matteo Fossi

Il Quartetto Op.132 in La min di Ludwig van Beethoven rappresenta per noi una tappa fondamentale nella nostra vita di “Quartettisti”.
La genesi del quartetto vede il genio beethoveniano dare alla luce un'opera unica nel suo genere che rappresentò una ritrovata condizione di salute dopo una lunga malattia.
Attraverso un dialogo continuo tra gli strumenti, calibrato con un equilibrio unico in termini di partecipazione e distribuzione degli elementi musicali, possiamo trovare tutta la gamma dei sentimenti dell'animo umano; vi troviamo la tristezza, il dolore, la dolce malinconia, la più intima rassegnazione seguita a ruota dalla speranza e la gioia di un futuro ameno per il genere umano. La continua ricerca della felicità ( e della guarigione) passa attraverso una fortissima carica emotiva che pervade noi esecutori e ogni volta anche gli ascoltatori. Il tutto, tramite una scrittura in cui tutte le quattro parti concorrono ad una perfezione dell'Insieme. Suonare questa musica é una gioia indescrivibile che dà “senso” alla nostra vita di musicisti.
Alberto, Rossella, Edoardo, Lorenzo
il Quartetto Savinio

Biglietti: intero 15 € - ridotto 10 €.
Ridotti per Studenti, Rete Toscana Classica Card, Amici dei Musei

Per maggiori informazioni: www.suoniriflessi.it