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venerdì 26 aprile 2024

Guerra

14-01-2004
Dopo "Barboni" proposto al Teatro di Pescia, provincia di Pistoia, ecco che il personaggio- border line del teatro moderno Pippo Delbono, uno degli autori più discussi ma allo stesso tempo più apprezzati del panorama teatrale italiano, esaltarsi nel suo ultimo "Guerra" al Teatro di Rifredi. Momento questo di grande coinvolgimento ed energia per la compagnia di Pippo visto che il film, che racconta la tournee dello spettacolo tenutasi in Israele e Palestina, è stato pochi giorni fa proiettato presso "Officina Giovani" a Prato all'interno della rassegna "Palestinesi, senza stato una nazione", e sarà riproposto l'11 proprio al Teatro di Rifredi. La pellicola, distribuita dalla "Fandango" di Domenico Procacci, è stata presentata con successo alla "Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2003", ed ha riscontrato un enorme successo a Milano e in Egitto, dove ha aperto il "Festival di Ismailia". Pippo scende tra il pubblico e, con la sua voce cadenzata e sorniona, legge foglietti stropicciati come la propria camicia o il vestito firmato. Dietro una barba stanca legge di storie così lontane, così vicine: Sarajevo, India, Napoli, Cuba, Chiapas, storie di marginalità e disagio, fisico, psicologico e mentale, storie atroci e allegre, semplici e piene di poesia, piccole storie di piccoli uomini che non fanno notizia, che non raggiungono le prime pagine dei giornali. Sul palco è un tourbillon di personaggi e scenette con attori "normodotati" e disabili: Bobò un anziano decelebrato, un ragazzo down che canta in play back con una finta chitarra in plastica, il ballerino Nelson, con fisico scheletrico da Aushwitz. Pippo con il microfono alla bocca, in mezzo alla platea, sussurra i suoi monologhi di vita, mentre sul palco si scatena il finimondo, tra la musica techno, sempre più forte e potente, il grottesco e l'assurdo si prendono per mano, la follia del movimento centrifugo, in un circo- baraccone ambulante d'esagerazione e esasperazione felliniana dove non mancano i disadattati, l'handicap, i colori smodati, i vestiti chiassosi, il travestitismo, i trucchi eccessivi, l'orgia di personaggi che si scontrano, il trampoliere, l'obesa sensuale, i marinai, i maniaci e gli assassini. Non storie lineari, non veri e propri personaggi, ma una guerra interiore che è poi la guerra del mondo. "Guerra si ispira all'Odissea. Come Ulisse, tutti i personaggi si perdono nel tentativo di cercare il centro dell'esistenza, si perdono nell'amore e nelle paure: sono uomini in guerra".