Una lettura per capire, amare, arrabbiarsi e indignarsi attraverso il viaggio di un pellegrino che ha evitato i tour organizzati per scoprire luoghi e persone della Terra Santa. Così Gianluca Solera vuole raccontare la sua indagine sulla gente di quella Palestina prigioniera dell’ultima ideologia etno-coloniale e lo fa attraverso il suo libro “Muri, lacrime e za’tar, Voci e storie della vita in Palestina", che sarà presentato in un incontro con il pubblico venerdì 1 febbraio alla libreria Martelli di Firenze (ore 18.00). In tempi nei quali si sta cercando di cancellare l’identità della Palestina dalle cartografie, Solera documenta la sofferenza palestinese afflitta da conseguenze sociali e umane dell'occupazione e registra segni e parole di una realtà che fa i conti con le cose di tutti i giorni, come lo za’tar nell’olio d’oliva, in cui si intinge il pane casereccio. Nel libro possiamo ascoltare la testimonianza di un intransigente colono di Qiryat Arba che descrive Hebron da entrambi i lati, oppure farci condurre per mano da un rabbino tra i beduini che vive nelle baracche alla periferia degli eleganti insediamenti israeliani a Est di Gerusalemme. Attraverso l'incontro di alcuni membri dell'entourage di Hamas, il patriarca latino di Gerusalemme, il leader del movimento per la pace israeliano Jeff Halper, l'associazione Heskem di Daniel Levy, ma anche madri di kamikaze, rifugiati e coloni, soldati e detenuti, contadini e tassisti, viene così ricostruito il quadro di una terra spaccata in cui uomini e donne oppongono ancora la loro umanità all'oppressione ed alla spirale della violenza.