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sabato 20 aprile 2024

Il ''Tito Andronico'' secondo Blancateatro a Sesto Fiorentino

05-02-2008
Il "Tito" è stata per secoli considerata una tragedia "gotica": se è vero che tra quelle shakespeariane è la più brutale ed esplicitamente violenta, l'ecatombe che si produce sulla scena non è fine a sé stessa, ma piuttosto è il mezzo ed il risultato di un'irrefrenabile pulsione umana. Quella che Dante chiamava "avarizia" e che noi traduciamo come "brama di potere". Di fronte ad essa il dolore non acquista “peso”, non diventa motivo di riflessione, di cambiamento, al contrario alimenta una sete cieca di vendetta e di riaffermazione di ruoli e posizioni. Una metafora che non esaurisce - anzi amplifica - la sua efficacia nel mondo, e nel teatro, contemporaneo. E da ultimi la compagnia BlancaTeatro, che ha debuttato alle cave di Fantiscritti di Carrara nel luglio 2006 e che è in scena venerdì 8 febbraio al teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino (ore 21). I personaggi si muovono sulla scena cercano solo lo scontro, la sopraffazione dell’altro. Il sentimento di intolleranza nei confronti di chi pare “minacciare” un ordine prestabilito fa sì che la diffidenza e l’odio si insinuino all’interno dei rapporti sociali e personali dominandone completamente le dinamiche. Se dal punto di vista storico il "Tito" fotografa il disfacimento della tarda romanità all’inizio delle invasioni barbariche, nei suoi risvolti politici e morali, ai tempi di Shakespeare i goti invasori sonbo assimilati ai mori infedeli. Due mondi , due culture , due credo religiosi diversi si scontrano senza mai osservarsi. Si giudicano senza tentare di capirsi. Si combattono. E in tutto questo il “popolo” per usare un termine shakespiriano, è soggetto astratto e passivo, usato come somma di voti e come carne da macello in tutte le guerre che verranno presentate come necessarie per la conquista o il mantenimento del potere. Ancora dubbi sull'attualità di quest'opera con l'era che stiamo vivendo ?...