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giovedì 28 marzo 2024

..Neanche Mao

10-11-2008
Giornata intensa quella di oggi, 10 novembre, per il progetto del Laboratorio Nove, Evviva anche la Cina! Dalle 18 al Teatro dell’Affratellamento, in via Giampaolo Orsini, verranno proiettati tre documentari di Wu Wenguang, considerato uno dei maggiori esponenti del film documentario indipendente cinese. “Villagers Documentary Project”, 95 minuti del 2006, riprende un percorso di sviluppo dell’autogestione democratica nei villaggi cinesi. Wu Wenguang viene incaricato di curare la parte video intitolata “China documentary project”, offrendo una telecamera digitale e il necessario supporto tecnico a 10 contadini abitanti in varie province per filmare loro stessi lo svolgimento delle elezioni nel proprio villaggio. Villagers Documentary Project presenta in modo inedito i brevi documentari girati da questi dieci neo filmmakers delle campagne cinesi. Per la prima volta la vita pubblica e politica nei villaggi della Cina rurale viene ripresa direttamente dai propri abitanti poco dopo l’instaurazione del sistema di elezioni locali. My Village 2006 è il suo primo lungometraggio, un montaggio di più di 50 ore di riprese girate in due anni. Con un inedito punto di vista Shao Yuzhen, una contadina di 57 anni che vive alla periferia di Pechino, ci restituisce la vita di una contadina di un qualsiasi villaggio cinese, dall’organizzazione familiare alla vita nei campi e ai rapporti sociali, oltre alle varie interazioni durante le elezioni locali fra i contadini e la stampa, quella che l'autrice chiama “il mondo fuori dal villaggio”. Dance With Farm Workers è la ripresa video dell’omonimo spettacolo diretto da Wen Hui, coreografa del Dance Living Studio di Pechino. Il progetto mette in scena attori e danzatori, ma soprattutto trenta contadini/operai provenienti dalle regioni più povere della provincia di Sishuan, venuti in città in cerca di lavoro dopo aver perduto ogni speranza rispetto ad un possibile miglioramento delle condizioni della vita rurale. Pilastri della modernizzazione urbana, questi contadini/operai lavorano nei cantieri di Pechino per 3 € al giorno e per una volta sono al centro della scena. A seguire alle 21,00 incontro con François Jullien, filosofo e sinologo, è professore all’Università Paris 7–Denis Diderot. Alle 22,30 invece performance del Laboratorio Nove dal titolo complesso: Konstantin Sergeevic Stanislavskij non aveva ragione, quindi neanche Mao Zedong, di Luca Camilletti. Nella struttura a grappolo del progetto Evviva anche la Cina! questo episodio ha la forma di una performance, che è una sciarada e vorrebbe avvalersi di un movimento tellurico e di un’alluvione. Si tratta di un’esposizione di atti di costrizione, autoindotti o visibilmente eseguiti, in una progressione drammaturgica che privilegia lo scarto poetico e l’imbarazzo della scena; un patibolo diventa il luogo per far urlare al microfono frasi filosofiche, il fischiare una canzone evoca un’atmosfera tra complici e si distende in una serie di apparizioni.