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sabato 20 aprile 2024

Armi bianche trecentesche in mostra al Museo Casa di Dante

15-06-2010
Per la prima volta il Museo Casa di Dante di Firenze si arricchisce di materiale autentico. Il merito va al signor Benito Piccaia, che ha deciso di donare alla Casa di Dante frammenti di armi bianche ed altro prezioso materiale che va dal 1300 al 1500. Le bacheche contenenti brocche, cocci e armi che «potrebbero aver combattuto a Campaldino», come evidenzia il presidente del Museo, sono state presentate giovedì 13 giugno dal professor Fei, dal presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, dal signor Piccaia e dall’esperto di armi Alberto Corti. Nella Sala della presenza politica del Poeta si possono adesso ammirare una brocca e una splendida secchia da pozzo, originale anche nel manico. Ma è nella Sala di Campaldino che sono racchiusi gli oggetti più preziosi: si va da un resto di una maglia di ferro a spade, pugnali, punte di lancia e scuri. Non mancano neppure un pezzo di corazza e due copricapo. Il pezzo più vicino all’epoca di Dante è un pugnale che, per forma e proporzioni, è collocabile a cavallo tra il XIII e il XIV secolo. Un oggetto particolarmente significativo è pure un martello d’arme, utilizzato per sfondare le piastre dell’armatura quattrocentesca, al quale è stato aggiunto un manico identico a quelli visibili nelle battaglie di Paolo Uccello. Da piccoli particolari poi si capisce che la maggior parte del materiale esposto proviene dal nord Italia. Molto bella ad esempio è una cervelliera di cui resta purtroppo solo la parte superiore. E’ proprio lì che spicca una ‘A’ maiuscola scritta con una particolare grafia che tradisce la provenienza bresciana dell’oggetto, che risale al 1450-1500. Una simile protezione è visibile anche sulla tomba che raffigura Antonio Rinaldeschi. Anche le decorazioni, fitti fogliami che formano spirali, che si possono ammirare su un copricapo da fanti, sono tipiche della zona di Brescia. Ci sono poi armi da taglio e da punta. E una daga con l’impugnatura a ‘I’ maiuscola (detta basilarda) che, tenuta sul fianco destro del cavaliere, veniva usata per finire gli avversari nel corpo a corpo. Dovrebbe risalire alla seconda metà del XIV secolo. Per informazioni: www.museocasadidante.it