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sabato 20 aprile 2024

''Niente sesso siamo inglesi'' al Teatro di Cestello di Firenze

24-10-2010
Da venerdì 22 fino a domenica 24 ottobre al Teatro di Cestello di Firenze sarà in scena "Niente sesso siamo inglesi" di Alistair Marriot e Anthony Foot per la regia di Tommaso Carli. Niente sesso siamo inglesi ad un primo impatto può sembrare una semplice e classica commedia intrisa del più sentito humor Inglese. Così è e forse vuole apparire ad un primo colpo d'occhio. Un pacco capita nella casa sbagliata, al momento sbagliato, alle persone sbagliate. Da qui si innescano una serie di meccanismi di rifiuto e cancellazione dell'accaduto che porta i protagonisti a nascondere con forza questo oggetto incriminato per rispondere alle norme del buon senso e del puritanesimo in voga negli anni 60/70 in Inghilterra. Una scrittura semplice, dove il ritmo e l'ironia ne fa da padrona. punto. Se ci fermiamo qui vediamo solo una parte della commedia e forse risponde già abbastanza all'intenzione degli autori. Guardandola sotto un altro lato, credo che questo testo possa insegnare qualcosa nella sua semplicità. Di fronte a un evento così ridicolo, la reazione dei protagonisti è alquanto esagerata. Tutti sono dediti a rispondere a delle determinate aspettative sociali, l'unica soluzione è quella di eliminare il problema nascondendo “l'incriminato”, senza pensare a soluzioni alternative che potessero in qualche modo rischiare di compromettere la reputazione. Decidono di risolverlo applicando una sorta di rimozione fisica del pacco stesso tentando la cancellazione di esso e dell'accaduto, con una forza alimentata dalla paura del giudizio inarrestabile che viene percepita durante tutto lo spettacolo. Questa paura del giudizio non si ferma davanti a nessuno coinvolgendo anche persone innocenti e obbligandole a rischiare il tutto per tutto pur di salvare l'immagine di se stessi, un immagine costruita, che difficilmente cambiano ma che alimentano continuamente forzando gli eventi. Tutti i loro blocchi, le loro angosce e frustrazioni vengono proiettate su questo pacco che al pari del vaso di pandora sembra contenere tutti i mali del mondo. Probabilmente il problema non sarebbe neanche esistito se con una risata e una semplice spedizione avessero rimandato il pacco al mittente. Ma una paura inarrestabile, violenta, nevrotica, salta fuori e li obbliga a rigettare con forza quel pericoloso errore postale che avrebbe rovinato loro la reputazione, l'immagine di sé, il lavoro, la vita. Per dimostrare a loro stessi ma sopratutto a tutti gli altri che loro non hanno nulla a che fare con quel mondo, che sono persone normali, quelle del “lato buono” della società moderna mettono in gioco una serie di equivoci che porta questo pacco a tornare sempre ai protagonisti più forte di prima. Ecco io credo che questo testo metta in luce nella sua palese messa in scena, le fragilità e la schiavitù dell'uomo verso lo stereotipo dell'io sociale. Ma sopratutto la sua capacità di creare problemi anche dove non ci sarebbero mai stati. Per informazioni: www.teatrodicestello.it