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giovedì 28 marzo 2024

''Eroine persiane di ieri e di oggi'' & Festa della Donna con ''Le affinità elettive'' al Teatro Everest

03-03-2012

Dal 3 al 4 marzo 2012 al Teatro Everest di Firenze sarà in scena lo spettacolo "Il giorno prima" scritto e diretto da Aram Ghasemy. Il nuovo spettacolo della Compagnia Teatrale Tarmeh rappresenta il secondo passo del progetto della trilogia ispirata all’opera del grande poeta e filosofo persiano Ferdousi, cominciato un anno fa con Il Potere di Zahhak. Hakim Abol Ghasem Ferdousi (935-1020) è uno dei protagonisti della letteratura antica persiana; la sua poesia, conosciuta dagli iraniani (ma anche da tutte le popolazioni dell’area linguistica e culturale persiana, dall’Afghanistan alla Cina) di tutte le classi sociali e religioni, rappresenta ancora oggi un punto di riferimento filosofico attuale e universale.
Mentre venerdì 2 marzo 2012 alle ore 17.00 presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Sala Michelangelo) Aram Ghasemy, interprete moderna del Naqqal, antica tradizione dei cantastorie iraniani inserita quest’anno nella lista dei Beni Immateriali protetti dall’Unesco, recita brani al femminile dallo Shahnameh di Ferdousi accompagnata dall’attrice Alice Bettinelli, dall’attrice e direttrice artistica del Teatro Everest Laura Croce, e da alcune voci femminili della comunità iraniana di Firenze.
Giovedì 8 marzo 2012 alle ore 21.00 al Teatro Everest di Firenze in occasione della "Festa della Donna" sarà di scena lo spettacolo "Le affinità elettive" da I dolori del giovane Werther di J.W. Goethe. Una storia singolare lega questi due personaggi del romanticismo tedesco. Beethoven conosceva le opere di Goethe, come I dolori del giovane Werther, che avevano avuto uno strepitoso successo fin dalla loro pubblicazione nel 1774. Il compositore amava il poeta; secondo lui emanava un fascino da rendere dimentichi di tutto, lo considerava “un artista che cammina dinanzi a tutta l’umanità”. Goethe di contro, ormai sessantenne, non aveva alcuna simpatia né interesse per i giovani artisti geniali e demoniaci, che in qualche modo gli ricordavano il suo vicino passato, ma dopo il loro incontro, nel 1811, Goethe scrisse: “Ho imparato a conoscere Beethoven. Il suo talento mi ha sconvolto: è una personalità del tutto senza freni. Senza dubbio non ha torto di trovare il mondo detestabile, però, così facendo, non lo rende affatto migliore né per sé né per gli altri”. L’incontro fra i due fu un fatto che lasciò un segno nella loro vita: fu un unione di geni ed esaltazioni in un’epoca in cui il pensiero, la storia, l’estetica, le individualità e il mondo stavano cambiando dentro e sotto i loro occhi.
Il Teatro Everest quest’anno vuole festeggiare l’8 marzo - Festa della donna con una serata in equilibrio tra musica e teatro. In scena tre giovani artisti, una pianista e due attori, che suoneranno e leggeranno pagine di due tra i massimi geni del romanticismo tedesco. Pagine appossionate e intense che vogliono essere un tributo alla Bellezza di tutte le donne.

Per informazioni: www.teatroeverest.it